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Matteo Salvini, il retroscena dal vertice di governo: se ne va a metà riunione. "Appena ha sentito Tria..."

Giulio Bucchi
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È finito male, il vertice di governo di mercoledì. Per l'esattezza, è finito quando Matteo Salvini si è alzato e ha lasciato a metà il faccia a faccia con il premier Giuseppe Conte, il ministro dell'Economia Giovanni Tria e il collega vicepremier Luigi Di Maio. Decisivo il no secco di Tria a una "flat tax in deficit". Quando il leader della Lega sente queste parole, capisce che al momento c'è poco da fare e non caverà nulla di buono dal confronto. Leggi anche: Salvini, retroscena da Palazzo Chigi. Il diktat a Conte per ribaltare il tavolo europeo Unica intesa, per ora, sulla richiesta di rinvio all'Unione europea: Conte e Tria proporranno alla Commissione Ue di congelare la procedura d'infrazione contro l'Italia fino all'autunno, come riferisce l'agenzia Reuters, "con l'argomento che solo nella seconda metà di luglio saranno disponibili nuovi dati sugli eventuali risparmi". Basterà? Nel frattempo, a fronte dello scontro sulla flat tax, a Conte non è rimasto che rinviare la discussione sulla manovra dopo che sette "tavoli" ad hoc (uno proprio sulla tassa piatta leghista) avranno chiarito le idee ai rappresentanti di Lega, M5s e di quel "terzo partito" di tecnici sempre più pesante. 

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