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Luigi Di Maio e la brutta voce: Enrico Letta, unica poltrona italiana nell'Ue. "No grazie, chi ci manderemo"

Giulio Bucchi
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Ora è tutto più chiaro. Enrico Letta, dal Vietnam, aveva speso parole di apprezzamento per Giuseppe Conte, visto come la "garanzia  della stabilità italiana dei conti nel quadro europeo" e baluardo di "contenimento rispetto a Salvini". Nelle stesse ore, si apprende da fonti europee come a Bruxelles i socialisti premino per piazzare l'ex premier pugnalato da Matteo Renzi nel 2014 al posto del polacco Donald Tusk come nuovo presidente del Consiglio europeo. Un socialista/macroniano in una delle posizioni chiave della "nuova Ue", nonostante Pd, En Marche, Pse e tutti i partiti in cui potrebbe rispecchiarsi Letta siano andati peggio dei sovranisti alle elezioni europee del 26 maggio. Di più: una poltrona europea a un italiano in chiarissimo contrasto con le linee di Lega, M5s e FdI, nettissima maggioranza alle suddette elezioni. Una provocazione, o forse un gioco sporco: se il governo rifiuterà la cortese offerta, il rischio è di rimanere senza alcun rappresentante di peso ai piani alti di Bruxelles.  Leggi anche: "Andiamo a vedere il loro bluff". Giorgia Meloni, pugno duro contro l'Unione europea A tal proposito, però, è Luigi Di Maio a esporre i dubbi dell'esecutivo: "Tutta la mia solidarietà, mai venuta meno, all'ex presidente del Consiglio Enrico Letta (e sapete a cosa mi riferisco...), ma nel ruolo di commissario Ue per l'Italia no, grazie. Se dobbiamo mandare qualcuno a rappresentare il nostro Paese, ci mandiamo una persona che l'Italia l'ha sempre difesa, una persona che abbia a cuore le nostre imprese, i diritti dei lavoratori, che abbia a cuore la sanità e gli investimenti". Altra nota ironica: c'è chi accusa i gialloverdi di fare muro contro un italiano. Pochi ricordano che fu proprio Renzi, nel 2014, dopo averlo cacciato da Palazzo Chigi, a sbarrare la strada allo stesso Letta per un incarico ancora più prestigioso, quello di presidente della Commissione Ue, preferendogli la ben più docile (e ininfluente) Federica Mogherini agli Affari esteri Ue. 

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