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Nomine Ue, schiaffo a Salvini, Meloni, sovranisti e Italia: la "cena delle poltrone", il piano per fregarci

Giulio Bucchi
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Inizia a cena, al Palais D'Egmont di Bruxelles, la trattativa sulle nomine europee. E l'Italia è già stata esclusa. A tavola, rivelano Repubblica e Messaggero, "i sei leader nominati coordinatori dalle tre grandi famiglie politiche europee: per i Socialisti i big Sanchez e Costa, per i Liberali il padrone di casa Michel e l'olandese Rutte e per i Popolari il croato Plenkovic e il lettone Karins". L'assenza di Angela Merkel ed Emmanuel Macron non tragga in inganno: sono loro a tirare le fila dell'euro-poltronificio, e sul futuro presidente della Commission europea in sostituzione di Jean-Claude Juncker decideranno, alla fine, Germania e Francia: in lizza Manfred Weber (tedesco capogruppo Ppe a Strasburgo), il socialista Frans Timmermans, e la liberale danese Margrethe Vestager (spinta da Macron). Leggi anche: Conte, il nuovo nemico comune di Salvini e Di Maio. Il retroscena dall'incontro Nessuno spazio al vertice per un sovranista o un popolare critico. E nel mosaico degli incarichi, occhio a Consiglio europeo, Bce, Parlamento e Alto rappresentante (oggi, rispettivamente, posti occupati da Tusk, Draghi, Tajani e Mogherini). Anche in questo caso, smacco in vista per Matteo Salvini e Giorgia Meloni, i veri vincitori delle ultime elezioni europee: gli unici italiani che al momento sembrano avere una qualche chance sono Enrico Letta, ex premier Pd, al Consiglio europeo e Antonio Tajani, numero due di Forza Italia che potrebbe essere riconfermato come presidente del Parlamento europeo. Non proprio il massimo del cambiamento, visto dalla sponda Lega-FdI.

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