Boom di parlamentari in pensione, la spesa aumenta di 7 milioni
C'è una voce nei bilanci di Camera e Senato che resta alle stelle: la spesa per i parlamentari "cessati dal mandato". Che aumenta dell'1,63% a Montecitorio e del 6,22% a Palazzo Madama
Tagli a Camera e Senato? Ma anche no. A quanto pare la sforbiciata annunciata da Grasso e Boldrini è un bluff. C'è una voce nei bilanci di Camera e Senato approvati ieri dalle rispettive Aule che resta alle stelle: la spesa per i parlamentari "cessati dal mandato". Che aumenta dell'1,63% a Montecitorio e del 6,22% a Palazzo Madama, per un totale di 7 milioni di euro in più rispetto al 2012. Insomma i pensionati della Casta ci costeranno caro. Il passaggio dalla sedicesima alla diciassettesima legislatura ci ha lasciato in dote un esercito di "ex". La spesa lievita - Così la spesa aumenta. Sono stati infatti 113 i senatori non rieletti che hanno maturato il diritto alla pensione e 124 i deputati che avevano i requisiti per l'assegno previdenziale. In tutto, quindi, 237 parlamentari in più da l mese di marzo pesano sui bilanci di Camera e Senato alla voce "assegni previdenziali". A Montecitorio dunque la spesa è aumentata di 2,2 milioni; ancor più a Palazzo Madama la cui voce di bilancio si è gonfiata con 4,8 milioni in più. il questore di Scelta civica Stefano Dambruoso alIarga le braccia: "Tre quarti del bilancio di Montecitorio - spiega - è fatto di pensioni e stipendi di deputati e dipendenti, spesa non facilmente aggredibile perché riguarda diritti acquisiti. La quota di spesa su cui si può facilmente intervenire è pari a meno di 300milioni su un totale di circa un miliardI". Le nuove norme - "Nel medio-lungo periodo comunque - ragiona Dambruoso - le nuove regole produrranno maggiori benefici perché spariranno progressivamente i trattamenti privilegiati pre-riforma e i nuovi parlamentari che andranno in pensione avranno trattamenti di minor favore". Dal primo gennaio 2012 sono entrate in vigore delle nuove regole fa scattare la pensione o dopo aver maturato un'intera legislatura e solo al raggiungimento del sessantacinquesimo anno di età. Il requisito dell'età può abbassarsi fino a 60 anni se si ha un'anzianità superiore a una legislatura. Regole che hanno dispiegato i primi effetti proprio quest'anno con il primo cambio di legislatura dopo la loro entrata in vigore . Ma le conseguenze benefiche sui bilanci non si sono ancora viste.