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Roberto Fico, anche i suoi fedelissimi sono sotto choc: "Cosa c'entrano i rom con la festa della Repubblica?"

Cristina Agostini
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Al peggio non c' è mai fine. Devono averlo pensato in molti tra i grillini domenica scorsa, dopo aver sentito il presidente della Camera Roberto Fico dedicare la festa della Repubblica «ai migranti e ai rom» con tanto di pugno chiuso sinistro alzato in segno di saluto. Gli animi pentastellati, già profondamente provati dal disastro elettorale di sette giorni prima, sono finiti ancor più sotto i tacchi. Erano in molti, alla ripresa dei lavori dell' aula, a scambiarsi sguardi smarriti. Anche i "fichiani" di più stretta osservanza sono stati colti di sorpresa dall' uscita improvvida della terza carica dello Stato. «Fico? Ha scioccato anche noi, non c' era alcun bisogno di quell' uscita: si festeggiava la festa della Repubblica che c' entrano i sinti?» spiega una parlamentare di area che esclude nella maniera più assoluta che si sia trattato di un gioco di squadra per compattare le varie anime pentastellate: «è stata solo un' uscita incomprensibile». Che ha spiazzato tutti. «Che succede ora? Andiamo avanti! Gli accordi, come sullo sblocca cantieri, si trovano. Non conviene a nessuno andare a votare, non conviene a noi e non conviene anche alla Lega». Leggi anche: Gli 83 grillini che sono i migliori alleati di Salvini. Manovre in Parlamento: il possibile nuovo governo L' uscita di Fico e il dibattito sul futuro politico del Movimento, non hanno fatto altro che ridare fiato alle divisioni interne dei Cinquestelle. Quelle spaccature che sembravano essersi risanate dopo il voto on line che aveva riconfermato la fiducia a Luigi Di Maio. Già ieri, infatti, la senatrice pentastellata Paola Nunes (da sempre tra le voci critiche) è tornata a puntare il dito contro "Giggino" (che aveva invitato ad «mettere il piede sull' acceleratore perché questo è il solo governo che ha la forza di fare le cose»), avvertendo: «Attenti, il piede incollato sull' acceleratore, è pericoloso». Sempre ieri un altro deputato si lamentava di aver letto direttamente sul blog delle Stelle dell' intenzione del M5s di voler estendere le Zone Economiche Speciali al centro-nord: «ci avevano detto che avrebbero interessato solo il Sud e così ci siamo comportati in commissione» protesta. Eppure l' attenzione del capo politico ad ascoltare tutte le voci in campo sembra essere la nuova direttrice da cui ripartire. Ieri Di Maio pure avendo preso l' iniziativa si bloccare l' impasse sullo sblocca cantieri direttamente con Salvini non ha lesinato complimenti al «lavoro fatto dai gruppi parlamentari». Sempre Di Maio sembra aver accelerato anche sull' organizzazione territoriale del Movimento: lunedì ha incontrato gli europarlamentari e anche i sindaci pentastellati. Il tema riorganizzativo riguarda anche indirettamente la comunicazione: da giorni Rocco Casalino sembra quasi eclissato mentre tutto lo staff si muove con i piedi di piombo dopo essere stato letteralmente messo alla porta in occasione dell' assemblea dei gruppi di Camera e Senato con Di Maio per analizzare il risultato elettorale. Insomma dalle parti del Cinquestelle il mantra resta lo stesso: non c' è nessuna alternativa al governo gialloverde, per questo bisogna fare di tutto per evitare si staccare la spina. Anche perché con un ritorno al voto i pentastellati, dopo quella europea, sarebbero costretti a una bella dieta (di posti) anche in Parlamento. di Fabio Rubini

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