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Giuseppe Conte gela Salvini e Di Maio: "Se io e Tria...". La frasetta su Ue e "mercato": sovranismo addio?

Giulio Bucchi
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"Se il ministro dell'Economia e il premier interloquiscono con le autorità dell'Ue per evitare una procedura di infrazione che farebbe molto male, le due forze politiche non devono intervenire". Giuseppe Conte non fa un esempio a caso, parlando di "leale collaborazione" con Lega e M5s. Il riferimento è alla trattativa portata avanti a braccetto con Giovanni Tria nel delicatissimo momento che attraversa l'Italia, tra manovre-bis, conti a rischio, possibili procedure di infrazione da Bruxelles, spread in rampa di lancio e una costanza campagna elettorale post-voto che mette a dura prova i nervi dell'avvocato. Leggi anche: "O si fa la flat tax o si muore". Salvini, attacco diretto a Conte Nell'attesa conferenza stampa da Palazzo Chigi, il premier mette Luigi Di Maio e Matteo Salvini spalle al muro: devono dirgli "se hanno intenzione di proseguire con lo spirito del contratto stipulato o se preferiscono riconsiderare questa posizione, se hanno la speranza di rafforzare la propria posizione elettorale o riscattare una sconfitta. Chiedo una risposta chiara, inequivoca e rapida perché il Paese non può attendere". E per eliminare nuove, quasi certe polemiche, mette subito in chiaro: "Dobbiamo garantire politiche espansive e conti in ordine, non ce lo impongono solo le regole europee che restano in vigore fino a quando non riusciremo a cambiarle, ma pure il mercato a cui siamo esposti". E dunque, si gioca nel perimetro (angusto) dell'austerità con tanti saluti alle ambizioni di strappo sovraniste.

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