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Matteo Salvini, il primo sondaggio dopo le Europee: altro botto della Lega
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Non si fermano più. Non si ferma la Lega, ancora in crescita nei sondaggi, e non si ferma Matteo Salvini, ormai in modalità campagna elettorale permanente: intanto in vista del secondo turno delle Comunali del 9 giugno (ieri è stato in Basilicata e Molise), in seguito chissà. Le rilevazioni degli istituti demoscopici, pur prendendoli con tutte le cautele del caso, spingerebbero il capo leghista a considerare l' ipotesi di metter fine all' esperienza di governo con i Cinquestelle. Ieri un sondaggio dell' istituto Winpoll assegnava alla Lega il 36,3% dei voti, due punti in più rispetto alle Europee, dove pure quello di Salvini è stato il partito più votato del Continente, con 9 milioni e 175 mila voti, contro i quasi 8 milioni e mezzo della Cdu, i 7 milioni e 600 mila dei Verdi tedeschi e i 7 milioni e 300 mila dei socialisti spagnoli. Una previsione, quella di Winpoll, da non sottovalutare, visto che l' istituto aveva anticipato con precisione quasi assoluta il boom leghista del 26 maggio (pronosticò un 33,8%, vicinissimo al 34,2 effettivamente uscito dalle urne). Il Carroccio aumenta il vantaggio sul Pd (al 23,8% contro il 22,7 preso alle Europee) e sul M5S (16,5% contro 17,1). E continua il travaso di voti da Forza Italia (al 7,9%) a Fratelli d' Italia (al 6,8%). Leggi anche: Governo a rischio? Il sondaggio di Pagnoncelli A POTENZA E A CAMPOBASSO Per concludere con i sondaggi, c' è un altro risultato da interpretare con attenzione. Secondo il 64% degli italiani, dopo il voto della settimana scorsa per il Parlamento europeo, in Italia bisognerebbe andare ad elezioni anticipate. Ma la percentuale è quasi invertita tra gli elettori del M5S: il 68% di loro vuole poche l' esperienza di governo continui, mentre solo il 32% auspica le urne. Molto più indecisi gli elettori leghisti, divisi quasi a metà tra chi vorrebbe rivotare (il 53%) e chi invece spera che l' esecutivo vada avanti (47%): segno che chi al momento dà fiducia alla Lega potrebbe orientare le proprie scelte future anche giudicando sul come e sul perché, eventualmente, si deciderà di staccare la spina. Un problema che comunque per il momento Matteo Salvini non si pone, concentrato com' è sui ballottaggi di domenica 9. Ieri in mattinata il vicepremier è volato a Potenza e a Campobasso, dove i due candidati sindaci leghisti, entrambi sostenuti da Forza Italia e Fdi, hanno buone probabilità di vittoria. Nel capoluogo lucano Mario Guarente ha sfiorato il 50% una settimana fa e tra una settimana deve vedersela con Valerio Tramutoli, appoggiato da due liste civiche e forte del 27,4% nel primo turno. Nel capoluogo molisano, invece, la corsa è tra Maria Domenica D' Alessandro (39,7% al primo turno) e Roberto Gravina, del Movimento Cinque Stelle (29,4%). Anche nei comizi in sostegno ai candidati locali, però, Salvini sfodera quello che in teoria potrebbe essere un cavallo di battaglia perfetto per elezioni nazionali: lo scontro a muso duro con l' Europa. «ci vediamo presto» «La prossima settimana userò il consenso che voi mi avete dato non per chiedere una poltrona in più in Italia, chi se ne frega, ma per dire a Bruxelles: lasciateci lavorare come gli italiani ci chiedono: meno tasse e più lavoro», ha detto ieri a Potenza. E «se ci diranno di no vedremo chi ha la testa più dura». È un Salvini che da un lato celebra l' anniversario del primo anno al governo (Giuseppe Conte e i suoi ministri giurarono il 1° giugno 2018) pubblicando su Twitter la foto di quel giorno e dicendosi «orgoglioso di aver servito il mio Paese in questo anno»; e però, dall' altro lato, non si lascia sfuggire la possibilità di punzecchiare gli alleati grillini che al comune di Milano si sono astenuti nel voto sull' uso del taser per la polizia comunale, voto nel quale è prevalso il no: «Non capisco l' astensione dei 5 Stelle che pure hanno contribuito ad approvare il decreto (il decreto sicurezza, che prevede l' uso della pistola elettrica, ndr.). Complimenti per questo regalo a criminali e sbandati...». Un modo per tenere l' alleato sotto pressione, anche se con Luigi Di Maio si fanno prove di disgelo. L' occasione ieri sera è stata la Festa della Repubblica al Quirinale: il ministro dell' Interno, che era accompagnato dalla fidanzata Francesca Verdini, si è alzato dal suo posto e ha raggiunto il leader grillino, seduto a una decina di metri di distanza, per un breve saluto e una promessa reciproca: «Ci vediamo presto». Col premier Conte c' è stato addirittura un abbraccio: «Andiamo d' accordo, ci vogliamo bene, anzi benissimo». Poco prima ai giornalisti Salvini aveva assicurato di essere «rilassatissimo» e di chiedere solo «che sia rispettato il contratto di governo: l' autonomia c' è, la flat tax c' è, il decreto sicurezza bis c' è, la Tav l' abbiamo rivista e rifinanziata...». di Alessandro Giorgiutti
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