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Luigi Di Maio capo dimezzato del M5s, Pietro Senaldi: "Perché fallirà anche da vice-Salvini"

Giulio Bucchi
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Di Maio è stato confermato capo (dimezzato) di M5S dai disperati che frequentano la piattaforma della Casaleggio Associati. C' era da aspettarselo, Gigino ha fallito e il Movimento di chi non ha né arte né parte e ha come elemento qualificante del proprio programma lo stipendio a chi non fa nulla, l' ha premiato. D' altronde, e questa è la notizia drammatica, i grillini non avevano nessuno di migliore sottomano per sostituire rapidamente l' ex disoccupato di successo di Pomigliano d' Arco, che pertanto mantiene il posto per mancanza di concorrenti. Questo dice tutto della povertà e dell' inadeguatezza della classe dirigente di Cinquestelle. Leggi anche: "Non mi monto la testa, ma è record mondiale". Di Maio. la sua grottesca esultanza Quel che è più difficile prevedere è quanto Di Maio resterà in sella. Si spera poco, e ci sono buoni motivi per crederlo. Gigino ha convocato per oggi i vertici del Movimento per illustrare la linea futura, ma avrebbe fatto meglio a invitare anche Salvini, visto che sarà lui a dettarla. Il leader della Lega è partito a tavoletta dopo il successo elettorale di domenica. Ha perso cinque minuti nel risolvere la grana del sottosegretario Rixi, condannato in primo grado per quattro soldi di rimborso spese e poi ha dettato l' agenda economica: sospeso il codice degli appalti di ispirazione manettara, che bloccava i lavori, via al condono fiscale e alla Tav e riabilitazione di Siri, l' ideatore dell' aliquota unica leghista, sacrificato prima del voto piegandosi ai forcaioli grililni e immediatamente riabilitato. Lo spartito è questo: Matteo guida le danze ed M5S deve seguire, tenendo buoni i suoi. Il patto interno ai grillini è chiaro: finché i parlamentari garantiscono la poltrona al capo, lui la assicura a loro. Più presto che tardi il giochino finirà e allora ne vedremo delle belle. Il Movimento si spaccherà e inizierà il si salvi chi può. Gigino crollerà e i Cinquestelle andranno Di Maio in peggio. di Pietro Senaldi

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