Sergio Mattarella, il terrore politico: cosa si nasconde dietro all'inchiesta su Luca Palamara
Il caso di Luca Palamara, il consigliere del Csm indagato per uno spinoso caso in cui viene accusato di aver pilotato nomine in cambio di favori e compensi, arriva anche al Quirinale. Già, perché dietro a questa vicenda potrebbe nascondersi un "redde rationem" in magistratura, con i capicorrente che hanno iniziato la battaglia sul successore di Giuseppe Pignatone, procuratore capo di Roma. Poltrona pesantissima, come ricorda La Stampa in un appassionante retroscena, poltrona che pesa - stando al Manuale Cencelli - come un paio di ministeri importanti. Ma non solo: in gioco, scrive il quotidiano di Torino, potrebbe esserci "l'egemonia culturale sulla magistratura e quale rapporto si deve avere con la politica, che oggi ha le fattezze di Matteo Salvini", ovvero il leader che gode del maggior consenso. Leggi anche: Vittorio Feltri, la sfida a Mattarella dopo le Europee In breve, per il fronte che tende a sinistra, in corsa c'è Franco Lo Voi, capo della procura di Palermo; il nome in cui si riconosce l'area moderata è quello di Marcello Viola, procuratore generale di Firenze; infine, come outsider, ecco Giuseppe Creazzo, procuratore di Firenze. Uno scontro rovente che, come detto, ha allertato anche il Quirinale. Già, Sergio Mattarella è anche il presidente di quel Csm colpito dall'inchiesta su Palamara. Per ora non interviene, il presidente della Repubblica attende che la vicenda si chiarisca meglio. Ma "segue con attenzione", fanno sapere fonti quirinalizie, "in costante contatto con il vice-presidente". Messaggio che sembra avere sortito degli effetti: non sembra un caso il fatto che i giudici dell'Anm si siano riuniti in tuta fretta per votare un documento allarmato e allarmante: "L'Anm confida che il percorso decisionale che porterà il Csm alla nomina di ogni dirigente degli uffici giudiziari, avvenga esclusivamente nell'ambito del confronto dialettico tra i componenti, togati e laici, che in base alle norme costituzionali lo compongono e che non sia in alcun modo influenzato da alcun altro fattore, esterno o interno alla magistratura". Già, il punto è che la guerra tra correnti si sta giocando fuori dal Csm, sui giornali: indiscrezioni, voci, soffiate. Secondo il Quirinale, potrebbe non essere un caso che la guerra sia esplosa proprio in questi giorni, soprattutto dopo il voto alle Europee che ha infiammato le anime della magistratura. E dunque un Mattarella preoccupato osserva con attenzione tutta la situazione.