Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno la maggioranza: la simulazione, pronti a governare da soli
Una nuova maggioranza, di centrodestra, già c'è. Le elezioni europee, con il trionfo della Lega, l' avanzata di Fratelli d' Italia e il crollo del Movimento 5 Stelle, hanno rivoluzionato la geografia politica italiana a poco più di un anno dalle Politiche del 2018. Perché applicando oggi alla legge elettorale in vigore per la Camera - il Rosatellum, con il suo mix di proporzionale e collegi uninominali - i numeri emersi domenica scorsa, emerge che nella peggiore delle ipotesi l' alleanza sovranista a due formata da Lega e Fratelli d' Italia conquisterebbe 333 seggi sugli attuali 628. Ma se l' intesa fosse allargata a Forza Italia, riproponendo la formula attualmente utilizzata nelle elezioni regionali e amministrative (oltre che alle stesse Politiche del 4 marzo 2018), il centrodestra occuperebbe addirittura 411 scranni. Ovvero oltre il 60% dell' Aula della Camera. Leggi anche: Salvini vuole Crosetto commissario Ue: un messaggio alla Meloni? La simulazione su cosa accadrebbe, con i risultati delle Europee, se si votasse per le elezioni politiche è opera dell' istituto "Carlo Cattaneo" di Bologna. Con un paio di avvertenze, avvertono i ricercatori che hanno curato il dossier, Marco Valbruzzi e Rinaldo Vignati. La prima: in politica spesso uno più uno non fa due, ma qualche volta tre e altre addirittura uno. Questo per dire che un conto è votare per le Europee, altro per il rinnovo del Parlamento, che determina la formazione del governo. VINCERE COMUNQUE Non a caso la partecipazione al voto è diversa a seconda del tipo di consultazione: alle Politiche del 4 marzo 2018 l' affluenza è stata di quasi il 73%, alle Europee di domenica scorsa ha superato di poco il 56%. In caso di elezioni per il rinnovo di Camera e Senato, come si comporterebbero gli astenuti? Non a caso storicamente M5S va meglio nelle consultazioni generali e meno in quelle di secondo livello (Regionali, Comunali e le stesse Europee). Detto questo, la simulazione sui seggi di Montecitorio permette di rendere ancora più evidente lo stato dei rapporti di forza politici. Il lavoro della fondazione di ricerca, per semplicità, non assegna i seggi spettanti ai dodici deputati eletti all' estero, per i quali ci sono regole ad hoc, ma si limita ad applicare i numeri delle Europee ai 618 seggi distribuiti con il mix tra proporzionale (61% degli scranni) e collegi uninominali (37% delle poltrone). ASSE IMBATTIBILE Il risultato non ammette discussioni. Nel caso di centrodestra a trazione sovranista, ovvero a due punte (Lega e Fratelli d'Italia), le formazioni di Salvini e Meloni conquisterebbero 333 seggi: 18 in più della maggioranza assoluta richiesta. Punti di forza: quasi tutto il Nord (a eccezione di qualche collegio di Piemonte e Liguria); Marche e Umbria (in Toscana ed Emilia Romagna vincerebbe il centrosinistra); gran parte del Mezzogiorno (dove M5S darebbe filo da torcere). Seconda forza sarebbe il centrosinistra (142 seggi), terza i pentastellati (103). Ma è con l' ingresso di Forza Italia nell' alleanza che il centrodestra farebbe man bassa dei seggi. Il tridente classico, infatti, occuperebbe 411 scranni su 618, lasciando il centrosinistra a quota 122 e M5S a 81. Il Nord, ad eccezione di qualche collegio di Piemonte e Liguria, sarebbe tutto dell' asse Salvini-Berlusconi-Meloni. Mentre nel Centro Italia sono in Toscana ed Emilia Romagna il centrosinistra sarebbe in partita. Quanto al Centro Sud, prevalente dominio centrodestra con i grillini a opporre timida resistenza. di Tommaso Montesano