Francesca Donato: "Euro ed unione, quando e perché salta tutto". La profezia della leghista
Dall'arena televisiva, dove da anni fronteggia nei talk la vulgata europeista, al tour elettorale nella Sicilia profonda, dove sta raccogliendo il dossier da presentare a Bruxelles. «I siciliani chiedono solo di poter lavorare. Senza che nessuno da fuori venga a salvarli ma con le stesse opportunità degli altri». Francesca Donato, l' euroscettica sovranista candidata nella circoscrizione Isole per la Lega, intende fare della porta d' Europa il contro-modello rispetto ai danni della Troika: «Voglio farlo assieme ai siciliani: stabilire qui il primo passo della ripresa del Sud Europa. Un modello che vorrei vedere anche per la Grecia, un paese che è stato devastato dalle politiche dell' Ue». Per le due grandi isole il volto mediatico della Lega "nazionale" è sicuramente lei. Grande responsabilità. «La responsabilità come candidata è molto più forte di quella mediatica perché sento su di me tante aspettative e tutta la voglia di cambiamento, di concretezza dei siciliani e dei sardi». Che cosa le stanno chiedendo? «Semplicemente di rappresentare il territorio nell' Unione europea, di non sparire il giorno dopo l' elezione e di essere presente: cioè di ascoltare i problemi delle imprese, degli agricoltori, dei pescatori e lavorare per dare le risposte. In primis sul tema delle infrastrutture». La famosa "Tav" pure nelle isole... «Occorre affrontare il nodo di questa arretratezza intollerabile che la Sicilia in particolare si porta dietro da decenni. Darò battaglia nel Parlamento europeo affinché venga concessa la golden rule al governo italiano per un piano straordinario di investimenti per le infrastrutture del Mezzogiorno». Lei è celebre per essere la fondatrice del "Progetto Eurexit". Come si armonizza questa tesi con la Lega che non parla più di uscita dall'euro? «Ho sempre detto che se non si cambia qualcosa l' intera Ue avrà una crisi fortissima e potrebbe non tenere. Chiaramente l' uscita unilaterale dall' euro oggi non si può fare perché nel contratto di governo non c' è scritto e il M5S non ha mai detto di volere uscire veramente dall' euro. Ciò che va fatto, dunque, è mettere mano a una riforma delle istituzioni e della Bce per rendere l' euro sostenibile. Se poi non ci si riuscirà saranno i cittadini a scegliere se vogliono restare o meno in questa struttura; e non è detto che siano gli italiani a scegliere per primi di uscire. Anzi...». L'obiezione dei vostri avversari è: in Europa i sovranisti non sono solidali fra loro, a maggior ragione sui temi del bilancio dove bacchettano l' Italia. «Non è vero! In realtà chi in Europa ha sempre bacchettato l' Italia sono stati i commissari europei. Per fortuna il 26 maggio cambieremo tutti gli scenari. Anche nei Paesi nostri "avversari" ci sarà una forte affermazione dei sovranisti, Marine Le Pen per tutti. Non dimentichiamo, per esempio, che in Francia oggi l' obiettivo di riduzione del deficit strutturale è totalmente abbandonato dallo stesso Macron: lui andrà avanti con un deficit al 3,7-3,8% Nemmeno chi ci fa la predica vuole rispettare questo vincolo». Cinque anni fa fu il Pd a scegliere cinque donne capolista, stavolta i 5 Stelle. È una scelta che paga? «Non saprei. Mi sembra una scelta di immagine. Donne o no, l' importante è che nelle liste ci siano persone valide e competenti». di Antonio Rapisarda