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M5S, chiede la testa del segretario generale della Camera

Ugo Zampetti

Eleonora Tesconi
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Il M5S di Beppe Grillo è tornato all'attacco, ma la sua offensiva è stata subito bloccata. Dopo la richiesta, a settembre, delle dimissioni del presidente della Camera Laura Boldrini, accusata di non essere super partes, ecco l'ultimo braccio di ferro dei pentastellati: vogliono la testa del segretario generale della Camera dei Deputati, Ugo Zampetti. Il superfunzionario festeggerà il suo quattordicesimo anno di mandato e lo scroso martedì 5 novembre, il vicepresidente del M5S Luigi Di Maio, nell'ufficio di presidenza di Montecitorio, aveva tentato di difendere con le grinfie un ordine del giorno che reintroduceva il limite di mandato di sette anni per quella nomina, mandato abolito il 10 dicembre 2002 con l'allora presidente della Camera Pier Ferdinando Casini.  La proroga - Grazie all'abolizione del limite dei sette anni, Ugo Zampetti ha potuto mantenere la sua carica anche con Fausto Bertinotti, Gianfranco Fini, e ora con Laura Boldrini. Quattordici anni di mandato, estendibili oltre l'età pensionabile, che proprio non vanno a genio al partito di Grillo, solo contro tutti, con l'unica eccezione del vicepresidente democratico Giacchetti. La richiesta dei pentastellati, che sono riusciti a spuntarla (in parte) ottenendo di poter votare la proposta in assemblea, è stata bocciata il giorno dopo.  Richiesta negata - Un muro insormontabile quello alzato da Montecitorio per tenere a bada i grillini, che si percepisce dal comunicato ufficiale pubblicato sul sito della Camera dai tre questori: lì si attribuisce una "reazione composta e nervosa" degli esponenti del Movimento Cinque Stelle, tacciati anche di "demagogia". E così, il mandato del superfunzionario della Camera, una delle figure più potenti della burocrazia pubblica, potrà essere prorogato oltre l'età pensionabile, che verrà raggiunta il prossimo anno. Il segretario generale di Montecitorio si appresta di fatto a superare gli anni di carica di Aldo Rossi Merighi, alla guida della Camera dal 1930 al 1944, mentre è ancora distante da quelli di Camillo Montalcini, venti in tutto (dal 1907 al 1927).

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