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Fedriga e Zaia, la rivolta Lega sul caso Siri: "Sarebbe vomitevole", una bomba su Conte e M5s

Giulio Bucchi
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La Lega ribolle di rabbia. Il siluramento del sottosegretario Armando Siri a firma Conte-M5s, il no del premier alla flat tax, l'offensivo rallentamento tattico alle autonomie, rinviate dopo le europee per non favorire il Carroccio. Troppo da sopportare per i parlamentari e i governatori leghisti. Matteo Salvini ha pubblicamente confermato la propria fiducia verso il presidente del Consiglio, smentendo i retroscena impazziti di sabato mattina, e ribadendo che "il governo andrà avanti". Ma dentro la Lega, scrive il Giornale, molti sono preoccupati dal riflesso elettorale e politico delle eventuali dimissioni di Siri prima del CdM in cui si dovrebbe ratificare il suo addio deciso dall'alto. Leggi anche: "Caso chiuso, vedrete che la Lega...". Conte sfida Salvini, a velocità folle verso il burrone "È una questione del presidente del Consiglio e Siri - spiega il governatore del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, leghista, incarnando quest'ansia malcelata - che mi auguro si risolva in tempi rapidi perché importante è che il governo continui a fare quello che ha fatto fino a qualche mese fa". E anche Luca Zaia, collega governatore del Veneto, esprime rabbia e inquietudine: "L'autonomia ha il suo corso e la vicenda Siri ne ha un altro. Sarebbe vomitevole pensare ad una riforma come ad una merce di scambio".

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