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I sondaggi, la verità: Marina Berlusconi può battere Renzi

Marina Berlusconi

La stampa incensa il rottamatore, avanti di 10 punti. Eppure il divario con la figlia di Silvio è ben poco rassicurante. E se la Cavaliera...

Giulio Bucchi
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Ad ogni elezione, dopo il voto, ci si chiede sempre: «Perché i sondaggisti hanno sbagliato?». Vengo intervistato su questo aspetto e dico più o meno sempre la stessa. Tendenzialmente per due motivi. Il primo, è quello che quello i media dipingono come previsioni elettorali, sono ciò che nel nostro mestiere vengono chiamate le «intenzioni di voto», cioè una generica domanda del tipo: «Che partito voterebbe se domani ci fossero le elezioni?» su un campione di mille o duemila italiani. Solo a livello teorico si parla di un errore standard che va dal 2% al 3,5%. Nulla, per una buona analisi sulle opinioni dei cittadini; tantissimo, per i partiti, la maggior parte dei quali sono lì ad agognare la quota di ingresso del 4%. Ergo, commentare che un partito al 2% è salito in una settimana dello 0,3% è... un falso ideologico. In secondo luogo, c'è che il dato va letto nel suo giusto contesto. Soprattutto, bisogna individuare le giuste variabili - le giuste domande - che vanno a «operativizzare» i concetti, gli atteggiamenti da rilevare. Si è ipotizzato in questi giorni uno scenario con Matteo  Renzi e Marina Berlusconi. Renzi risulterebbe in vantaggio di una decina di punti. Molti giornali hanno titolato su questo fatto: «Marina perdente». La lettura, invece, dovrebbe essere contraria. Se fossi Renzi, o comunque il centrosinistra, davanti ad un dato del genere, tremerei. Ma come? Un politico assodato, vincente, sempre presente sui media da almeno due anni, che si appresta a conquistare la segreteria del più grande partito italiano, ha un vantaggio virtuale di soli dieci punti su una non-politica, praticamente mai stata sui media, che ha sempre risposto negativamente alle richieste di discesa in campo. Berlusconi padre una cosa così se la mangerebbe a colazione. E poi? E poi un buon analista si va a vedere i dati di contesto. Ad esempio uno studio di Analisipolitica del 2010, regolarmente pubblicato, in cui si rileva come fondamentalmente gli elettori del Pdl non vedevano nessuno del colonnelli del partito come degno erede del Cav e come l'ipotesi Marina - proposta totalmente a freddo, in un periodo in cui non si pensava lontanamente a queste cose - fosse molto apprezzata. Soprattutto dai giovani del partito, dai più istruiti, dalle regioni più ricche: il nuovo del Pdl. Morale, se Marina accetterà la sfida e saprà ricostruire una coalizione di centrodestra con tutte le sue componenti, come fece suo padre, ne bisserà il successo. Morale due: ci sono i guidatori della domenica; ci sono i commentatori del lunedì. di Arnaldo Ferrari Nasi Sondaggista

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