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M5s, i giudici smontano la piattaforma Rousseau: "Voto manipolabile". Come barano Di Maio e Casaleggio

Davide Locano
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Che la piattaforma Rousseau fosse una pagliacciata era noto. Ora la certificazione arriva anche dal Garante della Privacy, secondo cui "la piattaforma Rousseau non gode delle proprietà richieste a un sistema di e-voting". Per capirsi, il sistema usato dal M5s per garantire la fantomatica democrazia diretta non garantisce né la segretezza né la sicurezza del voto degli iscritti. Un colpo durissimo per Davide Casaleggio e Luigi Di Maio, soprattutto perché quel voto può essere manipolato dagli amministratori del sistema, in ogni fase del procedimento elettorale. Questo è quanto emerge dell'ispettiva svolta dall'Authority che, al termine di una istruttoria in più fasi durata due anni, ha "condannato l'Associazione presieduta da Davide Casaleggio a pagare 50mila euro e a predisporre una serie di misure correttive volte a: scongiurare la permanente vulnerabilità della piattaforma; consentire la verifica a posteriori delle attività compiute; rimuovere la condivisione delle credenziali di accesso, che rendono impossibile identificare e controllare i soggetti autorizzati a operare sulla piattaforma; progettare un sistema di e-voting in grado non solo di proteggere i dati personali da attacchi interni ed esterni", ma soprattutto di "assicurare l'autenticità e la riservatezza delle espressioni di voto". Se le indicazioni non venissero recepite, il M5s andrebbe incontro a ulteriori sanzioni. Leggi anche: Cosa è successo a Di Battista dopo il disastro da Floris

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