Banche, la strategia di Giorgetti per neutralizzare i grillini: l'asse con Mattarella, come li vuole fregare
Il dubbio misto a timore che la nascente Commissione d'inchiesta sulle banche possa trasformarsi in un palco per i comizi dei grillini è ormai una certezza per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti. Già in passato, come riporta il Corriere della sera, il leghista aveva provato a dirlo a Matteo Salvini. Oggi il suo appello alla cautela sugli attacchi al sistema del credito torna ancora più forte, anche perché in una situazione economica complicata come quella che sta passando il Paese, sarebbe controproducente altrimenti chiedere aiuto per ridurre il debito pubblico. Leggi anche: Paragone, vendetta leghista: come lo fanno fuori (grazie a Mattarella) La linea di Giorgetti sul tema della banche è di fatto sovrapponibile a quella del presidente Sergio Mattarella, che ha accompagnato la legge sulla Commissione con una lettera che richiama i limiti ai quali i commissari dovranno attenersi. Dai presidenti delle camere Roberto Fico ed Elisabetta Casellati il Colle ha incassato finora rassicurazioni, ma la prova dei fatti arriverà con la nomina del presidente. Se i grillini vorranno trasformare la commissione di una "Antimafia delle banche" lo rivelerà la scelta di chi sarà messo alla guida della stessa commissione. Dalla sponda leghista l'allerta è massima, come se non ci fossero già abbastanza argomenti per creare nervosismo tra i due soci del governo: "Non intendiamo consentire ai Cinquestelle - dice un esponente del governo - di dare spettacolo con la loro demagogia sulle banche durante la campagna elettorale per le Europee". Il rischio di toccare il punto di rottura è proprio sul prossimo voto, con i grillini in crisi di temi caldi da sventolare dai palchi, mentre i leghisti lavorano nel complesso mosaico della costruzione del consenso più largo possibile, anche di quegli ambienti contro i quali i grillini finora hanno sempre fatto la guerra. Per questo la strategia di Giorgetti punterebbe a far slittare l'inizio dei lavori della Commissione a dopo le Europee, così da neutralizzare i grillini e il loro istinto al suicidio istituzionale.