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Pdl, il piano di Alfano e Berlusconi per tenere unito il partito

Angelino Alfano vicepremier e ministro dell\'Interno

Ignazio Stagno
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"Noi in questa fase non possiamo far cadere il governo, questa è una condicio sine qua non se si vuole tenere assieme il partito, e io voglio esattamente come lo vuole lei presidente". Angelino Alfano è stato chiaro. Dopo un colloquio con il Cav, il vicepremier prova a ricucire lo strappo annunciato con la richiesta di primarie per il candidato premier alle prossime elezioni e prova a mettere ordine dentro il partito in vista del Consiglio Nazionale. Tutte le scelte però secondo quanto sostiene Alfano saranno prese insieme al Cav. Berlusconi in questo momento non vuole scissioni. E a quanto pare nemmeno Alfano. Al centro di tutto c'è la legge di stabilità. "No alla crisi di governo" - Su questo fronte il Pdl si compatta e chiede modifiche sostanziali alla manovra annunciata da palazzo Chigi. Berlusconi spinge Alfano a forzare la mano e ad ottenere un abbassamento della pressione fiscale da inserire nella manovra. Il vicepremier è pronto dunque a portare sul tavolo del Consiglio dei Ministri tutte le richieste degli azzurri sul fronte fiscale. La crisi di governo però appare scongiurata. "Berlusconi ha riconfermato fiducia all' esecutivo, e ha riconfermato il suo giudizio di fiducia'' nei confronti del governo Letta", ha assicurato Alfano. L'esito del faccia a faccia e' stato positivo, ''e dunque - ha spiegato Alfano - credo che una stabilita' di governo abbinata ai contenuti della nostra programmazione sia la chiave di volta per un'unita' fondata sul programma del Pdl che ovviamente si puo' realizzare nell'ambito di un governo che non e' il nostro'' Il piano del Cav - Ma a questo punto il Cav deve una contropartita ad Alfano. Angelino ha chiesto un posto da leader in Forza Italia. Il Cav sembra ammorbidirsi e allora studia una soluzione per tenere insieme le due anime del partito, le colombe e i lealisti. L'idea è quella di trovare un accordo con Alfano su un organigramma di partito che preveda Berlusconi presidente e subito dopo due coordinatori che rappresenterebbero appunto colombe e lealisti. E i due uomini chiave sarebbero Maurizio Lupi per i governisti e Fitto per i lealisti. Un giusto compromesso che riconosce di fatto le due correnti del partito ma che le tiene unite nel nome del Cav. Berlusconi dunque scongiura la scissione e su questo punto è fermo: "Bisogna farla finita con gli scontri, io voglio vedervi uniti, ho bisogno di un partito forte e competitivo", avrebbe detto il Cav ad Alfano. E con l'appello all'unità del partito pare allontanarsi comunque l'ipotesi di una crisi di governo. Decadenza e stabilità -  Il voto sulla decdenza del Cav verrà molto probabilmente calendarizzato dopo il voto sulla legge di stabilità. Una mossa che mette al riparo il governo da scosse telluriche proprio mentre si appresta a varare la norma più importante della legislatura. Dopo si può aprire la battaglia sulla decadenza del Cav. Ma nel Pdl per ora l'orientamento è quello pacifista su tutti i fronti. Il partito deve assestarsi sui nuovi equilibri, dopo potrà organizzare la strategia per puntare alle urne. 

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