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Brunetta: "Presidio della Rai a casa mia, una ritorsione"

Renato Brunetta

I giornalisti fuori dalla villa a Ravello del capogruppo Pdl. Così scrive ai vertici di Viale Mazzini: "E' servizio pubblico?"

Andrea Tempestini
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Una guerra, quella tra Renato Brunetta e la Rai. Ora il capogruppo Pdl prende carta e penna e scrive ad Anna Maria Tarantola, la presidente, e a Luigi Gubitosi, dg di Viale Mazzini. Il motivo, le proteste contro le riprese della sua casa di Ravello: "Mi segnalano - scrive Brunetta - che due giornalisti, muniti di telecamera e qualificatisi come Rai, si sono recati tra ieri e questa mattina, due volte, presso la mia casa di Ravello, per riprenderla. Spero sia piaciuta loro, vista la cura con cui l'ho sistemata e, credo, resa accogliente. Il mio unico dubbio è relativo al tipo di servizio pubblico che si ha in mente di fornire". Il capogruppo continua, ironico: "Pensano di trasmettere un documentario su come, onestamente lavorando e tutto dichiarando al fisco, si riesca a costruire cose belle, nel rispetto del paesaggio, oppure s'adoperano affinchè altri, magari interessati a farmi la festa (nel senso di festeggiarmi), possano più facilmente raggiungere il luogo dove mi trovo quando vado in vacanza?". Brunetta, infine, sibillino esclude il fatto "che si tratti di una meschina ritorsione per le cose che, da parlamentare membro della commissione di Vigilanza, ho sostenuto sulla Rai. Sarebbe, in tal caso, troppo facile mettere anche quei soldi nel conto degli sprechi". 

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