Giulio Tremonti avverte il M5s: "Se aderiamo all'intesa con la Cina saranno loro a chiedere la Tav"
Se l'Italia aderisce alla Via della Seta, il Memorandum of understanding che il nostro governo dovrebbe firmare tra un paio di settimane in occasione della visita di Xi Jinping a Roma, diventeremo la porta di accesso della Cina in Europa. E "andrà a finire che la Tav la chiederanno i cinesi". Parola di Giulio Tremonti, ex ministro dell'Economia, che in una intervista a Il Corriere della Sera, spiega che "se la Via della Seta arriva al porto di Genova, questo non può essere un porto di blocco, ma deve essere di sblocco. E allora se il Memorandum avesse un addendum, questo non potrebbe che riguardare la Torino-Lione. E invece da una parte si apre e dall'altra si chiude. Il tutto mentre l'Unione Europea appare inesistente rispetto a una questione che non è solo commerciale ma geopolitica. Eppure l' articolo 3 del Trattato sul funzionamento dell'Ue prevede che l'Unione abbia competenza esclusiva sulle politiche commerciali comuni e sui trattati internazionali quando incidono sulle norme comuni". Leggi anche: "Con chi si schiera Mattarella". Bomba-Cina su Palazzo Chigi: Conte e Di Maio, è un suicidio Chiarisce Tremonti che la Via della Seta "è un progetto che risale a metà degli anni Novanta del visionario americano Lindon LaRouche che la vedeva come salvezza dell' umanità. Da allora i piani cinesi si sono articolati lungo varie direttrici. Pechino, a parte le infrastrutture finanziarie, si sta sviluppando lungo le rotte euroasiatica, artica e meridionale. In quest'ultima c'è l'Italia, che significa Sicilia, Trieste, Genova". D'altra parte gli Stati Uniti sono contrari al Memorandum perché "hanno capito la posta in gioco". La Cina "non viene in Italia per il nostro mercato domestico, ma per quello europeo. E Genova e Trieste sono molto più vicine al cuore dell'Europa del Pireo, già conquistato da Pechino".