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Tav, Giuseppe Conte e la surreale nota dopo il vertice: "Abbiamo capito una cosa". Italia presa per i fondelli

Giulio Bucchi
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Da Palazzo Chigi arriva un comunicato interlocutorio sulla Tav, a tratti sconcertante. Lo staff del premier Giuseppe Conte, dopo il fallimentare vertice di 5 ore con i suoi vice Luigi Di Maio (contrario all'alta velocità Torino-Lione) e Matteo Salvini (favorevole) finito alle 2 di notte, ammette il nulla di fatto ma rilancia un nuovo fronte, utilissimo a Lega e M5s per rinviare il problema.   Leggi anche: "Decido io, poi voi...". Conte, la drammatica frase con cui ha "congedato" Salvini e Di Maio "Si è convenuto che l'analisi costi-benefici sin qui acquisita pone all'attenzione del Governo il tema del criterio di ripartizione dei finanziamenti del progetto tra Italia, Francia e Unione Europea". "Sono emerse criticità - si rimarca nella nota - che impongono una interlocuzione con gli altri soggetti partecipi del progetto, al fine di verificare la perdurante convenienza dell'opera e, se del caso, la possibilità di una diversa ripartizione degli oneri economici, originariamente concepita anche in base a specifici volumi di investimenti da effettuare nelle tratte esclusivamente nazionali". "A distanza di vari anni dalle analisi effettuate in precedenza e, in particolare, alla luce delle più recenti stime dei volumi di traffico su rotaia e del cambio modale che ne può derivare, sono emerse criticità che impongono una interlocuzione con gli altri soggetti partecipi del progetto, al fine di verificare la perdurante convenienza dell'opera", si conclude. Non una parola sui bandi di gara che dovrebbero partire lunedì prossimo e che i 5 Stelle vorrebbero annullare. Difficile congelarli, probabilmente la macchina-Tav partirà salvo poi essere bloccata tra 6 mesi, a norma di legge, quando si sarà già votato alle Europee e alle regionali in Piemonte. E forse con un altro governo. 

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