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Brunetta (Pdl): "La Cancellieri non si deve dimettere. Il governo rischia sulle tasse. Marina? Basta"

Renato Brunetta

Il capogruppo azzurro alla Camera: "Il ministro resti, Letta si preoccupi della legge di Stabilità o andrà a casa. La leadership del Pdl si conquista sul campo"

Giulio Bucchi
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I veri rischi per Enrico Letta non vengono dal caso Cancellieri, ma dalle tasse contenute dalla legge di stabilità. A far suonare la campanella della crisi è Renato Brunetta, che a Sky Tg24 torna sull'allarme-balzelli lanciato sabato dalla Cgia di Mestre. "La legge di stabilità produrrà un aumento della pressione fiscale per tutti, perché è basata su ipotesi di crescita assolutamente inverosimili. Con questa legge di stabilità l'Italia non cresce e se non cresce la pressione fiscale aumenta". Secondo il capogruppo del Pdl alla Camera non c'è da fidarsi delle assicurazioni del viceministro dell'Economia Stefano Fassina, secondo il quale la legge di stabilità prevede al contrario uno sgravi fiscale di 1 miliardo per le famiglie. "La prima correzione da fare - ha affermato Brunetta - riguarda la tassazione sulla casa. Prima di Monti si pagavano circa 20 miliardi di euro, con Monti il gettito è stato di 24. Quest'anno si arriverà a 20-21 ma il rischio, con questa legge di stabilità, è che se ne paghino 25 o 26, forse 30. Quindi - ha concluso - o cambia la tassazione sulla casa o il governo Letta non ci sarà piu. Occorre dire no e riscrivere tutto. Questo è il vero problema, non Annamaria Cancellieri e la sua telefonata per favorire la scarcerazione di Giulia Ligresti: "Il ministro non si deve dimettere, ma diciamo no a due pesi e due misure. Berlusconi per una telefonata in Questura si è preso 7 anni di carcere...". Poi sulla manovra interviene anche Maurizio Lupi: "Vogliamo migliorarla nell'interesse dei cittadini - chiede il ministro alle Infrastrutture  - oppure vogliamo trasformare la legge di stabilità in una assurda resa dei conti interna sulla pelle degli italiani, lasciando il Paese senza governo?". Daniele Capezzone, presidente della commissione Finanze alla Camera, non ci gira troppo intorno. Per lui la manovra impacchettata dall'esecutivo è una patrimoniale.  Ma sulla manovra lo scontro è a tutto campo.  Letta vs Grillo - Letta difende l'operato del governo e attacca Beppe Grillo: "Come sempre più spesso gli capita, Grillo fa disinformazione. Adesso torna a criticarmi sul bonus giovani, operativo dal 1° ottobre e sul quale già ci fu una polemica a giugno. polemica ancora viva e la versione del governo mai è stata smentita da alcun dato oggettivo. Per tornare al bonus (e alla verità), grazie ad esso a ottobre 14 mila giovani hanno trovato lavoro e sono il vero stimolo ad andare avanti. Ancor più determinati". Prosegue poi il premier: "Allora Grillo, sul suo blog, fornì strumentalmente informazioni sbagliate - anzi, con tutta evidenza false - su quali dovessero essere i requisiti per ottenere l'incentivo per i giovani. Obiettivo: semplicemente prendere in giro gli italiani e alzare il solito caos polemico. Un gioco buono solo a sollevare polveroni. Non si scusò, è ovvio. Non certo con me, ma nemmeno con gli utenti della Rete. E sì che c'era da render conto di una simile sciatta operazione e delle conseguenze negative sui cittadini che caddero nella sua disinformazione".  

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