Giancarlo Giorgetti infierisce sul M5s massacrato in Sardegna: "Se quelli hanno dei problemi..."
«Poca roba? È la nostra sesta vittoria contro la sinistra, c'erano sei giunte regionali del Pd, ora ce ne sono sei con la Lega. Sono andato a letto con un testa a testa, mi sono svegliato ed eravamo 15 punti avanti. Ad averne di flop così...». Matteo Salvini si gode l' ennesimo successo elettorale. Le elezioni di medio termine sono state un monocolore azzurro, il centrodestra ha vinto in cinque occasioni. Il successo sardo dà nuovi argomenti a chi vorrebbe vedere la coalizione unita anche a Roma, al governo nazionale. E segna una nuova battuta d' arresto del Movimento 5 Stelle, sempre più in difficoltà nel difendere il risultato storico del 4 marzo 2018. Giancarlo Giorgetti mette in guardia i grillini («Se hanno dei problemi, li risolvano»), mentre Salvini assicura che neanche la vittoria di domenica provocherà scossoni nella capitale: «Per il governo non cambia nulla, con Di Maio ci vedremo a breve, siamo tranquilli, ci siamo scambiati dei messaggi». Tuttavia la leadership del ministro dello Sviluppo Economico si fa sempre più fragile. L' opposizione interna fa la voce grossa e continua a porre sempre con maggiore insistenza il tema dell'opportunità: ha ancora senso essere alleati con una Lega che, a ogni scrutinio, si pappa un pezzo di elettorato pentastellato? Leggi anche: Rischio-crac? La missione di Giorgetti negli Stati Uniti La crescita del Carroccio è un dato di fatto. Così come è certo - lo ha certificato anche uno studio pubblicato da Libero - che i salviniani strappano voti ai loro soci senza farsi troppe remore. Un po' di numeri: alle Politiche del 4 marzo 2018, in Sardegna la Lega aveva preso il 10,7, ora sale all' 11,87. LA GIACCHETTA DI MATTEO Poco, ha sostenuto qualcuno, rispetto all' exploit abruzzese. Tanto, sottolineano i leghisti, considerando che 5 anni fa, in terra sarda, il Carroccio neanche aveva presentato la lista. Forza Italia alle Politiche aveva preso il 14,7 e quasi dimezza i suoi consensi, arrivando all' 8%. I Cinquestelle? Fare un raffronto con il voto politico, nel caso dei grillini, è sempre un esercizio complesso, perché a livello locale non sono radicati e non hanno una classe dirigente spendibile. I numeri comunque sono tragici: 11 mesi fa avevano preso il 42,4%, ora non arrivano al dieci (9,66). Nel centrodestra continuano a tirare Salvini per la giacchetta. Silvio Berlusconi sostiene che Matteo sia uscito ridimensionato dal voto di domenica. In termini politici, più che numerici. Il Cavaliere ai suoi ha spiegato che gli elettori dei Cinquestelle pian piano stanno rinsavendo, mollando al proprio destino Di Maio e compagnia, allo stesso tempo la Lega non è autosufficiente, il Capitano deve rivedere le sue ambizioni maggioritarie accontentandosi di essere il numero uno, ma all' interno di una coalizione di centrodestra. Il diretto interessato è di parere opposto. Ovviamente: «Dalle Politiche a oggi se c' è una cosa certa è che su sei consultazioni elettorali, la Lega vince 6 a zero sul Pd. Anche in Sardegna, dopo il Friuli, il Molise, Trento, Bolzano e l' Abruzzo i cittadini hanno scelto di far governare la Lega. E come in Abruzzo anche in Sardegna è la prima volta che ci presentiamo alle Regionali». Il ministro dell' Interno ribadisce il suo impegno per i pastori sardi: «Sono splendide persone, se lo meritano». La pecora? Per i Cinquestelle è una metafora, più che un animale. Gli ex fenomeni dell' antipolitica sono in allarme rosso. E provano a correre ai ripari. LEGITTIMA DIFESA RINVIATA Come? Per esempio hanno imposto una modifica al calendario di Montecitorio che farà slittare la legittima difesa a marzo. Visti gli orientamenti degli elettori, lasciare che l' alleato finalizzi un' altra battaglia simbolo, no. È troppo. Il provvedimento ufficialmente scala di sette giorni per permettere il contingentamento dei tempi della discussione. Così però sarà più difficile per la Lega incassare il voto finale entro le urne di maggio. Al posto della legittima difesa entra in calendario la proposta di legge di istituzione della Commissione di inchiesta sulle banche, legge gradita ai Cinquestelle, con la quale i grillini sperano di raccogliere qualche voto tra i delusi della sinistra. «Non ho sentito Salvini», ha detto Di Maio, «ma ci vedremo sicuramente, ci vediamo ogni sera...». di Salvatore Dama