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Luigi Di Maio, un "comitato centrale" per riorganizzare il Movimento 5 Stelle

Matteo Legnani
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Di sinistra lo sono già, almeno su tanti temi. Ora che Luigi Di Maio sta pensando di imprimere una svolta organizzativa radicale al Movimento 5 Stelle, non possono riecheggiare nella testa le parole pronunciate qualche giorno fa da Silvio Berlusconi, che ha definito i 5 Stelle "il male assoluto, persino peggio dei comunisti". Già, i comunisti. Chissà se è da loro che il leader M5S ha mutuato l'idea di costituire una sorta di "comitato centrale" (quello che nei partiti tradizionali si chiama "direzione") affiancato da una serie di comitati tematici verticali? La svolta dovrebbe avviarsi già martedì, il giorno dell'assemblea dei deputati pentastellati cui seguirà una serie di voti sulla piattaforma Rousseau per ratificare (o meno) le proposte. Quel che è certo è che Di Maio intende, con quei comitati, rabbonire gli "inquieti", i cosiddetti "dissidenti" assegnandogli cariche di rilievo, seguendo quel che a livello istituzionale era stato fatto per Roberto Fico. Leggi anche: Luigi Di Maio, il retroscena: vicepremier in difficoltà, chiede aiuto a Beppe Grillo

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