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Michele Giarrusso, chi è il grillino imbarazzante che vuole impiccare Renzi

Gino Coala
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Da quel vischioso groviglio di contraddizioni che spesso anima il governo gialloverde, in questi giorni riemerge prepotente una figura antica: il "parlatore a titolo personale". Della suddetta categoria Cinque Stelle e Lega, oggi, vantano ben due pregiati rappresentati: il senatore Mario Michele Giarrusso e il deputato Claudio Borghi Aquilini. Che nulla hanno in comune, se non la capacità innaturale di bombardare la semantica parlamentare, produrre a getto continuo dichiarazioni eversive che aizzano i taccuini dei cronisti, ed essere -per questo- sistematicamente smentiti dal partito, dalle istituzioni, talora da se stessi. L' epilogo della straordinaria strategia di comunicazione che li fa finire sui giornali è sempre la stessa frase, tranchant, pronunciata dal resto del mondo: «Parla a titolo personale», appunto. Leggi anche: Renzi, l'orrore del grillino Giarrusso: "Deve essere impiccato" Campioni della specialità un tempo erano Renato Brunetta, Mario Borghezio, Nichi Vendola quand' era comunista. Ma Giarrusso e Borghi sono l' evoluzione della specie, tecnica di base e tempistica inarrivabili. Non so come facciano. Prendete l' avvocato Giarrusso. Se avesse deciso di attenersi solo al ruolo di capogruppo M5S nella Giunta per le immunità a Palazzo Madama, sarebbe ricordato solo per una foto terribile, ghignante a torso nudo e un' altra in gessato da gangster anni 30; invece Michele ha deciso che spiazzare è il suo mandato. «MANETTARO» Da qui il famoso gesto delle manette per la famiglia Renzi ai domiciliari, dopo aver giustificato in aula la mancata autorizzazione a procedere per Salvini, e la frase gridata a La Zanzara su Radio 24: «Io sono manettaro!»; mentre, pochi minuti dopo, lo stesso Salvini lo correggeva: «Conosco Giarrusso, non è un manettaro». Mesi prima, in Senato, l' uomo aveva posizionando geograficamente la diga di Mosul in Siria con tanto di smentita ironica del Premier: «Mosul, però, è in Iraq». E poi, indimenticabile fu quella volta che, intervistato da Maurizio Mannoni al Tg3 sull' accordo col Pd sui giudici della Consulta, affermò che la Costituzione era del 1946. Smentito dalla storia. E quando fu accusato di diffamazione contro la Pd Greco, lo stesso Giarrusso invocò per sè, in un primo momento l' insidacabilità parlamentare, e venne smentito da Di Maio. Poi attaccò un giornalista Rai intimandogli di «buttarsi a mare con una pietra al collo», smentito da M5S. Idem per l' accusa a Beppe Grillo di aver posto le votazioni online sul Ddl anticorruzione in modo scorretto. Ma se Giarrusso è un ariete della contropolitica, Borghi, presidente della Commissione Bilancio delle Camera, economista e teorico antieuro, nello stop-and-go delle provocazioni è un centravanti di sfondamento. le sparate L' ultima sparata è stata l' annessione del M5S alla Lega in un unico gruppo parlamentare. Pronta la replica di Salvini: «No al gruppo unico». E del Movimento: «Ci spiace dover contraddire il presidente Borghi ma lui parla a titolo personale. E, sistematicamente, viene smentito». Notare l' avverbio aguzzo, «sistematicamente». E già. Perché, in precedenza Borghi aveva dichiarato che: a) «il commissario Ue Moscovici mi segue su Twitter» (smentito da Moscovici); b) «se l' Europa non cambia, noi ne usciamo» (smentito da Salvini e da Conte); c) «serve una legge che dica esplicitamente che le riserve auree appartengono allo Stato e non a Bankitalia» (smentito da tutti: la legge già c' è. Replica, tiratissima: «ma non c' è l' interpretazione autentica»); d) «se uno dovesse ipotizzare una manovra aggiuntiva adesso, dovrebbe ipotizzarla in maggiore deficit» (smentito da Tria). Il problema di Borghi è che, avendo più credenziali di Giarrusso, quando parla rischia di causare l' effetto farfalla: il 2 ottobre, dichiarando di voler uscire dall' euro, diede una spallata alla moneta unica sul dollaro. A forza di parlare, anzi tuonare, a titolo personale i due sono diventati la mappa vivente dei paradossi di un governo ad eversione variabile.  di Francesco Specchia

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