Luigi Di Maio, la mossa sporca contro Lega e Salvini: Autonomia, il governo rischia
Chissà se Matteo Salvini e i vertici della Lega avevano studiato tutto a tavolino già mesi fa. Perchè il modo e le tempistiche con cui si stanno muovendo sui principali dossier di governo, fanno pensare a una strategia meticolosamente studiata per fiaccare, settimana dopo settimana, il M5S e ridurlo in poltiglia. L'ultimo caso è quello della cosiddetta autonomia, che permetterebbe a regioni come Veneto e Lombardia la compartecipazione alle imposte, ovvero la possibilità di "tenersi" parte delle tasse pagate sul loro territorio. L'accelerazione che il processo ha avuto negli ultimi giorni, con l'annuncio da parte della ministra per gli Affari regionale Erika Stefani di un accordo raggiunto tra il ministero dell'Economia e la regione Veneto è, per il Movimento 5 Stelle, una autentica mazzata nella prospettiva delle prossime elezioni regionali in Sardegna e Basilicata, ma soprattutto in vista delle Europee del prossimo 26 maggio. Le reazioni più piccate, infatti, sono arrivate dai governatori e dai politici di Pd e M5S del Sud, esattamente dove, negli ultimi anni, i 5 Stelle hanno raccolto un'autentica messe di consensi, culminati nell'exploit delle politiche del 4 marzo 2018: gran parte di quel 34 e rotti per cento ottenuto, i grillini lo devono al consenso "bulgaro" ottenuto da Roma in giù. Per questo, ora, sono terrorizzati. E come sottolinea Il Messaggero, l'annuncio della ministra Stefani in Consiglio dei ministri è stato accolto dai colleghi grillini in silenzio, "evidentemente e palesemente ostili" li descrive uno dei ministri al quotidiano romano. Perchè l'autonomia significherebbe anche un ridimensionamento di alcune prerogative dei ministeri competenti sulle materie interessate, come scuola e sanità, che sono dicasteri in mano ai 5 Stelle. Così, rivela Il Messaggero, tra i 5 Stelle è scattato l'ordine di scuderia, simile peraltro a quello adottato fin che si potrà con la Tav: rinviare la grana il più possibile. Ecco allora l'appello a "un nuovo approfondimento tra i ministeri tutti e le tre Regioni sulle criticità già aperte" e la richiesta di "un necessario passaggio in Parlamento". In estrema sintesi, "i tempi saranno lunghi", o almeno così sperano Luigi Di Maio e i suoi. L'importante è scavallare il 26 maggio, poi.... Ma quella sarà tutta, ma proprio tutta, un'altra storia. E l'autonomia delle Regioni sarà solo un granellino di sabbia nel deserto. Leggi anche: Feltri e l'autonomia: "Ecco la differenza tra Nord e Sud"