Bankitalia, Vittorio Feltri: "Soloni da cacciare, questa volta il governo ha ragione"
Il governo attuale non sarà un fulmine di guerra però non ha sempre torto, almeno questo bisogna riconoscerlo. Quando annuncia di voler azzerare la Banca d'Italia, per esempio, ha ragioni da vendere. A che serve, infatti, questo ente con un organico pletorico se non a sperperare denaro pubblico fornendo stipendi importanti ai suoi funzionari in cambio di nulla? Ormai, posto che la Bce è padrona assoluta dell'euro, esso non ha il potere di governare la moneta, tantomeno di stampare banconote, per cui gli rimarrebbe il compito fondamentale di vigilare sull'andamento dei vari istituti di credito nazionali. Compito che non ha svolto o ha svolto male, tanto è vero che al Monte dei Paschi di Siena, alla Popolare di Vicenza e in varie altre banche ne sono successe di ogni colore senza che Bankitalia sia stata in grado di avvedersene per tempo, andando a colpire chi sgarrava prestando soldi a destra e a manca, soprattutto a manca, senza avere le garanzie che i debitori fossero capaci di restituirli. Si dà il caso che i buchi nei bilanci disastrati ora vengano otturati con capitali pubblici, cioè denaro dei cittadini, il che costituisce una ingiustizia punitiva intollerabile a carico dei contribuenti. Leggi anche: Feltri infierisce su Di Maio e Di Battista dopo il tonfo in Abruzzo In questo sfacelo i soloni della Banca centrale non sono stati all'altezza di intervenire, segno che non hanno lavorato opportunamente. Ovvio che si chieda loro di cambiare mestiere lasciando il posto a persone più preparate, più competenti. Una vigilanza che non vigila è peggio che inutile: è dannosa. Pertanto fa benissimo l'esecutivo a fare piazza pulita della dirigenza distratta sostituendola, se possibile, con gente maggiormente attenta agli interessi patri. Tra l'altro non ci sembra vano che il governo promuova la costituzione di una commissione di inchiesta in materia di credito affidandone la presidenza a Gianluigi Paragone, dal quale ci aspettiamo risultati più concreti rispetto a quelli ottenuti dal suo predecessore ovvero Pier Ferdinando Casini, nominato dalla sinistra. di Vittorio Feltri