Pdl, Berlusconi sfida Alfano: "Amplissima maggioranza del partito è con me"
Dall'autogol della sinistra a quello, suggerito, di Angelino Alfano. Silvio Berlusconi torna a parlare e lo fa due volte, il giorno dopo il blitz di Pd e M5S sul voto palese sulla sua decadenza da senatore. "La partita non è finita, la sentenza del processo Mediaset verrà presto ribaltata", ha assicurato all'ora di pranzo. In serata, poi, un nuovo messaggio tutto incentrato questa volta sul Pdl e Forza Italia, con un messaggio al segretario e vicepremier e agli "innovatori" che sognano altri lidi: il partito seguirà il Cavaliere. "La maggioranza del Pdl è con me" - Forse anche grazie al dossier presentatogli dal fidato Denis Verdini, capo dei falchi azzurri, Berlusconi ha tastato il polso del Pdl e si è convinto di avere alle proprie spalle un esercito solido e compatto. "Ho appreso con soddisfazione che il documento politico votato all'unanimità dall'Ufficio di presidenza del Popolo della libertà è già stato sottoscritto da una amplissima maggioranza dei componenti del nostro Consiglio nazionale - scrive l'ex premier -. Mi auguro che, nell'interesse dell'unità del nostro movimento politico - continua Berlusconi - si possa raggiungere un'ancora più ampia condivisione di tale documento, permettendo una rapida e positiva conclusione della dialettica che si è avviata in questi giorni verso il rilancio di Forza Italia e che ci consentirà di poter convocare il Consiglio Nazionale nel più breve tempo possibile". Messaggio chiaro, si diceva, ad Alfano e ai suoi (oggi un po' più lontani) ribelli. Nel segno e nel sogno di un "centrodestra unito", Berlusconi fa affidamento al desiderio degli elettori per invitare chi mal sopporta un ritorno a Forza Italia a fare un passo indietro e a rientrare nei ranghi. L'obiettivo, spiega il Cav, deve essere quello di "raggiungere la maggioranza nelle prossime elezioni e capace di dare risposte concrete alla grave crisi economica e sociale del nostro Paese". "Basta con le tasse o cade Letta" - Sul sostegno al governo di Enrico Letta, che Alfano ha giurato essere separato dalla questione della decadenza, il leader del Pdl ha ribadito: "Sono pronto a sostenere il governo, ma la legge di stabilità va cambiata laddove prevede nuove tasse". Secondo indiscrezioni, Berlusconi avrebbe chiesto al vicepremier di fare la voce grossa con Letta sulla finanziaria, perché cosi com'è non può essere accettata dal Pdl. Il succo è semplice: "Non voterò mai una finanziaria che tartassi i cittadini - avrebbe detto il Cavaliere al suo ex delfino -, soprattutto sulla prima casa". Segno che la decadenza è solo il primo passo di una guerra più lunga e sicuramente sanguinosa. di Claudio Brigliadori