Diciotti, cosa non torna nelle carte dei giudici contro Matteo Salvini: la bomba di Filippo Facci
Ecco il «caso Diciotti» for dummies, ossia per principianti, inesperti, inetti, negati e persino grillini che la ritenessero soltanto una questione politica. Non lo è. È anzitutto giudiziaria. Lo sappiano anche quei parlamentari che difficilmente avranno letto tutte le pagine della «Domanda di autorizzazione a procedere in giudizio» nei confronti del senatore Matteo Salvini: richieste che peraltro, in genere, sono molto più corte e comunque non legge più nessuno da tempo. Salvini è stato accusato dalla procura di Agrigento, «nell' esercizio delle funzioni di ministro», di sequestro di persona a scopo di coazione, di omissione di atti d' ufficio e di arresto illegale. In precedenza l' omissione era stata rubricata come generico abuso d' ufficio. Salvini avrebbe commesso questi reati lo scorso 14-15 agosto, quando ordinò alla nave militare della Guardia Costiera «Diciotti» di bloccarsi nel porto di Catania senza far sbarcare le persone che erano partite dalla Libia per approdare in Italia. La nave rimase in porto per 5 giorni e Salvini non autorizzò lo sbarco. Leggi anche: Migranti? Sospetto sulle Ong: quella coincidenza inquietante DECISIONI CONTRARIE - Avendo agito da ministro, l' azione di Salvini è stata parte di un' attività istituzionale (non vi è dubbio su questo) ed è la ragione per cui ha seguito una procedura che è passata dal tribunale dei ministri e ora dovrà passare attraverso l' autorizzazione a procedere del Senato. È l' articolo 96 della Costituzione. Un troncone d' inchiesta minore (fatti avvenuti al largo di Lampedusa) è stato affidato alla procura di Palermo ed è già stato archiviato: il tribunale dei ministri del capoluogo ha sancito che nessun reato fu commesso dalla «Diciotti» (tantomeno da Salvini) perché la Guardia costiera si limitò a sbarcare 13 immigrati malati a Lampedusa, tanto che a Catania erano calati da 190 a 177. Per il rimanente troncone d' inchiesta, anche il tribunale dei ministri di Catania poteva archiviare tutto (decisione inappellabile) o appunto trasmettere gli atti alla Camera di appartenenza: ha fatto quest' ultima cosa il 24 gennaio scorso. L' aspetto interessante, però, è che a richiedere l' archiviazione era stata direttamente la Procura. Il 1° novembre, infatti, ha formulato la richiesta ritenendo che il mancato sbarco dei migranti fosse «giustificato dalla scelta politica, non sindacabile dal giudice penale per la separazione dei poteri, di chiedere in sede Europea la distribuzione dei migranti in un caso in cui, secondo la convenzione Sar internazionale, sarebbe spettato a Malta indicare un porto sicuro». Il Tribunale dei ministri di Catania se n' è fregato. Ha respinto la richiesta di archiviazione formulata dagli stessi pm che avevano aperto l' indagine. Le parole dei pm però sono risultate così cristalline che rappresentano a oggi la miglior difesa che Salvini può opporre: il procuratore distrettuale Carmelo Zuccaro ha definito «insindacabile» il comportamento di Salvini in quanto «promotore di un' iniziativa politica» per «risolvere il caos in ambito europeo». Se da un lato la «Diciotti« ha salvato vite umane «in aree di non pertinenza», infatti, giuridicamente l' accoglienza spettava a Malta (che si è rifiutata) e quindi il mancato sbarco in Italia, secondo il procuratore, non è corrisposto a un sequestro di persona ma un semplice «rinvio» alle sedi europee in un momento in cui «la gestione dei flussi migratori ha assunto dimensioni non gestibili nell' ambito di un solo paese». Insomma, accusa è difesa alla fine hanno detto la stessa cosa: al punto che Salvini, a un certo punto, non ha potuto non chiedersi perché il pm Luigi Patronaggio abbia mai cominciato a indagare, facendo - osserviamo noi - anche una sortita sulla nave con telecamere al seguito. Invece il giornalista Marco Travaglio, a proposito del pm Patronaggio, ieri si è chiesto come mai non abbia direttamente arrestato Salvini (vabbè, è un tic, è una malattia, si cura con le benzodiazepine) visto che il magistrato salì sulla «Diciotti» e poi se ne andò come se non stesse accadendo nulla di illecito, salvo poi contestare un sequestro di persona che poteva fermare in flagranza mettendo pure le manette al colpevole. Domande leziose. Altri giudici, frattanto rimasti in poltrona, hanno deciso che Salvini deve essere processato. In teoria rischia da 6 mesi a 8 anni solo per il sequestro di persona che possono arrivare a 10 se commesso da un pubblico ufficiale e a 12 anni se commesso in danno di un minore: e ci sarebbero tutte e due le aggravanti. STRANA STORIA - La difesa, comunque, si divertirà a far valere anche argomentazioni tecniche. Per esempio: Salvini avrebbe ordinato di non far sbarcare i migranti per telefono: manca perciò un atto formale e documentale che ricostruisca l' iter della decisione ministeriale; difficile intravedere un' omissione d' ufficio laddove si muovono decisioni politiche alquanto discrezionali. Poi: ma il porto di Catania era stato individuato come porto di transito o come cosiddetto porto sicuro? Non è chiaro, mentre è chiaro che qualsiasi ministro dell' Interno può decidere che uno sbarco è incompatibile con l' ordine pubblico. Inoltre c' è la questione un po' comica dell' arresto illegale quando tecnicamente non è stato arrestato nessuno. La giunta per le autorizzazioni ne sta discutendo ufficialmente da ieri, poi spedirà una relazione al presidente del Senato che avrà due mesi per farla votare. La Giunta (23 persone) è presieduta da Maurizio Gasparri e si prospettano 9 voti contro l' autorizzazione (Lega, Forza Italia e Fratelli d' Italia) e 12 a favore (Leu, Pd e forse i grillini). Ci sono anche l' ex M5S Gregorio De Falco e Meinhard Durnwalder dell' Svp, che non si sa come voteranno. Ergo: anche in aula, se ci si arrivasse, contro l' autorizzazione voterebbero Lega, Forza Italia e Fratelli d' Italia che non avrebbero la maggioranza assoluta, quindi a decidere sarebbero i Cinque Stelle sulle cui intenzioni non si capisce niente. Tutto normale. Autorizzazione negata: i pm si occuperanno d' altro. Concessa: le indagini proseguiranno come per qualsiasi altro cittadino, anche se per i politici, in genere, i giudici corrono come lepri. di Filippo Facci