M5s e Luigi Di Maio, pagliacciata sul processo a Matteo Salvini: "Abbiamo cambiato idea", perché sono finiti
Lo scacco matto non è più una ricostruzione giornalistica, ma la realtà dei fatti. Si parla della mossa con cui Matteo Salvini ha fregato il M5s, sempre più vicino al collasso. Il contesto è quello della richiesta di rinvio a giudizio del ministro leghista per il caso Diciotti: questa mattina, la lettera al Corriere della Sera di Salvini, che dice chiaro e tondo che non deve essere processato. Altrimenti, questo il sotto testo, si procederà a piè sospinto verso la crisi di governo. Come detto, a restare fregati sono i forcaioli grillini: da sempre a favore di manette, magistrati e processi, non potrebbero fare altro che dare l'ok al tribunale dei ministri di Catania, così come in passato hanno sempre avallato le scelte delle toghe (anche quando riguardavano esponenti grillini). Dopo la lettera, però, il cambio di rotta. Prima le parole di Emilio Carelli, che ad Agorà ha spiegato: "Dopo le ultime posizioni di Salvini, le condizioni sono cambiate: nel Movimento 5 Stelle esiste una prassi, si vota sì all'autorizzazione a procedere. Ma quella della Diciotti è stata una decisione collegiale che ha investito tutto il Governo. Credo che Conte e Di Maio dovrebbero autodenunciarsi". Dunque a rincarare la dose Danilo Toninelli: "Io sono come ministro dei Trasporti responsabile della navigazione, fino all'attracco. Salvini è responsabile della sicurezza sulla terra ferma. Sulla Diciotti la decisione la abbiamo presa insieme, io, lui, il presidente del Consiglio e tutto il Governo del Parlamento. Se processano Salvini devono processare anche me e tutto il Governo. Se vogliono farlo diventare un processo al Governo ci siamo tutti", ha spiegato il ministro reginetto di gaffe a Mattino 5 di Federica Panicucci. Leggi anche: Lorenzo Fontana, il diktat del grillino ai ministri Insomma, l'inversione di rotta del M5s è improvvisa e netta: Luigi Di Maio aveva recentemente affermato che i grillini avrebbero fatto processare Salvini, ma ora gli stessi grillini cambiano idea. Smentito Di Maio, insomma, con un ridicolo tentativo di "farsi processare". Carelli chiede al premier e a Di Maio di "autodenunciarsi", roba che fa sorridere. Quindi l'improbabile Toninelli che si auto-dichiara colpevole e afferma di voler andare alla sbarra proprio come Salvini. Un goffo tentativo di giustificare un cambio di rotta che gli elettori grillini, forcaioli e manettari proprio come i leader del Movimento, non potranno mai accettare. Ed è per questo che si parla di "scacco matto" di Salvini, che sta costringendo il M5s a una figura barbina, a cancellare il loro passato pur di salvare poltrona e governo. Ma non è tutto. Perché questo repentino cambio di linea dei grillini è uno schiaffo anche alla correte sinistra del partito, rappresentata da Roberto Fico e Alessandro Di Battista su tutti, le cui prese di posizioni vengono sgonfiate così come si sgonfia un pallone bucato.