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Verdini a Berlusconi: al consiglio nazionale abbiamo l'80%

Denis Verdini e Angelino Alfano

Andrea Tempestini
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Falco, super falco, Denis Verdini è anche l'uomo del pallottolliere, l'addetto alle conte. E presenta le cifre al leader, a Silvio Berlusconi, ferito dalla decisione della Giunta sul voto palese, stizzito con i suoi che ancora non si decidono a disfarsi delle larghe intese. Secondo quanto riporta l'Huffington Post, Verdini avrebbe spiegato al Cavaliere: "Abbiamo il 75%, ma possiamo arrivare all'ottanta al consiglio nazionale. Il partito è con Berlusconi. Punto". Una teoria che il toscano avrebbe spiegato a Silvio nel corso di un "pranzo di guerra" a Palazzo Grazioli. Le cifre non avrebbero lasciato indifferente l'ex premier, che avrebbe subito chiamato i leader dei falchi: Sandro Bondi e Raffaele Fitto: "Voglio capire bene i numeri", ha spiegato. La foto - L'idea di Silvio è quella di anticipare la conta interna, di non dare dunque altro tempo ad Alfano e ai filogovernativi. Magari convocando il consglio nazionale prima del voto sulla decadenza, per spiegare, senza fronzoli, come stanno le cose: "O con me, o contro di me". Ci sarebbero già due possibili date sul calendario: il 9 o il 16 novembre, ma comunque di sabato, per rendere più agevole l'arrivo degli 800 membri a Roma. Prima di vergare le lettere di convocazione, però, Berlusconi ha chiesto di avere una fotografia dettagliata di quelle che sono le forze in campo. Fotografia che, prontamente, gli ha scattato e consegnato Verdini: "I numeri ci sono". I fogli - E una cartina, sul tavolo di Verdini in San Lorenzo in Lucina, c'è davvero: regione per regione, vengono segnati e aggiornati i numeri. Denis riceve tutti i capibastone, quelli di tutti i territori, e sottopone loro il documento che sancisce il ritorno a Forza Italia e la sospensione delle cariche. L'ora della conta, insomma, nei fatti è già arrivata. Dall'altro lato, per le colombe, lavora Renato Schifani, che redige il foglio dei senatori che poi consegna ad Alfano, il quale a sua volta riferisce ad Enrico Letta. Il dubbio, ora, è che tutto possa crollare sulla legge di stabilità: i numeri potrebbero non esserci. Alfano teme la crisi. E la scissione del Pdl, di cui si è tornati a parlare con crescente insistenza.      

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