Giuseppe Conte, la mossa disperata dell'avvocato per salvare il governo
La mediazione estrema di Giuseppe Conte. Sulla Tav il governo rischia di saltare e il premier farà di tutto per scongiurare il big bang di M5s (contrario all'opera) e la Lega (favorevole). Matteo Salvini aveva proposto il ricorso al referendum come arma finale, consapevole che difficilmente i grillini avrebbero potuto sostenere l'inutilità di un confronto popolare e che, al tempo stesso, in un voto le ragioni del Sì avrebbero avuto la meglio. Proprio per questo, però, da Palazzo Chigi hanno escluso il ricorso al referendum per diminuire i tempi ed evitare un ulteriore attrito "elettorale" sotterraneo tra i due partiti. Leggi anche: No alla Tav e sì a Claudio Baglioni, l'assalto totale di Di Battista a Salvini Secondo il Corriere della Sera, in queste ore sta prendendo quota lo scenario di una "opera depotenziata": "completare solo il tunnel di base della nuova linea, 57 chilometri per metà in territorio italiano e per metà in territorio francese". Addio dunque alla nuova linea sul versante italiano. Risultato: cantieri non bloccati ma con impatto ambientale limitato e risparmio di circa un miliardo di euro da utilizzare metà per la seconda linea della metropolitana di Torino (Comune retto dalla grillina Chiara Appendino) e metà per "investimenti ancora da definire in Val di Susa". Sarebbe il capolavoro di Conte: da "avvocato del popolo" ad "avvocato anti-divorzista" del governo.