Berlusconi, i 12 motivi per cui la decadenza è follia
Bilanci non firmati, teste rifiutati, corsa da record, Esposito, regolamenti stravolti: tutto quello che non torna
Condanna e decadenza. L'incubo, per Silvio Berlusconi, complici il teorico alleato (il Pd) e una magistratura più che zelante, sta per concretizzarsi. Continua la battaglia in Giunta elezioni del Senato, ma l'esito - voto palese o segreto che sarà - pare scontato: esilio politico per il Cavaliere, che non sarà più Senatore. Peccato però che tutta la vicenda con cui stanno per espellere dalla politica il leader del centrodestra sia zeppa di contraddizioni, di ossessioni, di colpi bassi, di fatti senza precedenti. Una serie di fattori che dimostra in modo lampante come l'esito finale di tutto ciò, la decadenza appunto, sia una follia. Il processo - Procediamo con ordine, partendo dalla condanna: Berlusconi è stato condannato per frode fiscale, peccato però che il Cavaliere non abbia firmato i bilanci della società che ha commesso la frode, Mediaset. Poi un salto nel passato, al processo, durante il quale le toghe, pur di tagliare i tempi e centrare l'obiettivo, si sono rifiutate di interrogare cento testimoni della difesa. Nella condanna, venne poi definito "evasore abituale" quello che è il primo contribuente italiano. Inoltre, altro fatto più unico che raro, la sentenza venne pronunciata dal tribunale d'Appello in contemporanea al deposito delle motivazioni. La toga - Quindi arriviamo fino alla Cassazione, che è riuscita a pronunciare la sentenza definitiva di condanna a pochi, pochissimi mesi di distanza dall'appello, ritoccando un record e, per farlo, scomodando la sezione feriale. Presidente di quella sezione feriale era l'ormai celeberrimo giudice Esposito, protagonista di una moltitudine di anomalie, tra le quali quella massima: ha anticipato le motivazioni della condanna a un giornale. E, anomalia nell'anomalia, la sua "soffiata" non ha portato all'invalidazione della condanna. La politica - L'elenco delle stranezze non è ancora finito. La Cassazione decise di rivedere l'interdizione: compito portato a termine nel giro di soli due mesi (il 19 ottobre scorso), un altro quasi-record. Quindi si arriva alla Severino, la legge che - per la prima volta - condanna la stessa persona due volte per lo stesso reato. La Severino, che vìola la Costituzione poiché applicata in modo retroattivo. Infine si arriva all'attualissima cronaca, alla Giunta del Senato che vole cambiare il regolamento sulla votazione pur di far fuori Berlusconi. Si arriva al Partito democratico, "alleato" di Berlusconi, che vuole votare in modo palese per cacciare il Cavaliere. Una serie di motivi e di circostanza che dimostrano l'assurdità della decadenza dell'ex premier.