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Decadenza Berlusconi si vota in Giunta. Zeller (Svp) bloccato a Bolzano, poi...

Giulio Bucchi
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Oltre che un nodo politico, quello della decadenza di Silvio Berlusconi sta diventando una spy story. Tra poche ore in Giunta per il regolamento del Senato arriverà il verdetto definitivo sul voto a Palazzo Madama, palese o segreto. Mentre il Pdl vuole confermare la norma che prevede voto segreto in caso si decida del destino di un singolo onorevole, parte del Pd e Movimento 5 Stelle continuano a spingere per modificare tutto. Sarà una sfida lunga e sudata, condita già da qualche giallo. Compreso il ritardo di un senatore altoatesino, favorevole al voto segreto, rimasto bloccato a Bolzano a causa dello sciopero degli aerei e arrivato in ritardo a Roma. Voterà, ma i dubbi restano. Corsa contro il tempo - Lo storico parlamentare del Suditoler Volkspartei Karl Zeller, ago della bilancia, lanciava l'allarme: "Mi hanno cancellato il volo, non so se riuscirò ad esserci". Bloccato nel suo Trentino Alto Adige a causa dello sciopero aereo, il senatore ha raggiunto la Capitale in modo alternativo. "Avevo chiamato sia ieri che stamattina e mi avevano confermato che il volo ci sarebbe stato - ha spiegato all'agenzia Dire -. Quando sono arrivato all'aeroporto di Bolzano ho scoperto che invece era stato cancellato. Ora sono in macchina, all'altezza di Rovereto, non so proprio se riuscirò ad arrivare in tempo". Zeller è scatenato: "Non c'è nessun volo né da Venezia, né da Bolzano né da Bergamo fino alle ore 16. Vedo se riuscirò a prendere un treno da Bologna. Ora sto commettendo diverse infrazioni con la macchina. Forse arrivo a Roma senza patente". Ce l'ha fatta, non si sa se infrangendo il codice della strada. La questione dei numeri - Zeller, pur "indeciso", è ufficialmente per il "voto segreto" perché "sono comunque contro il cambiamento delle regole". Silvio Berlusconi tifava per il suo arrivo e ora potrà fare i conti. Pd, Sel e M5S hanno 6 voti mentre Pdl, Lega e Gal ne hanno 5. A quel punto saranno decisivi i voto dell'altoatesino e della montiana Linda Lanzillotta, ancora incerta. Perlomeno, salta l'incognita del pareggio (impossibile con tutti presenti) che avrebbe significato voto negativo alla proposta. Mail e telefonate di pressione - Al giallo (risolto) sulla presenza o meno di Zeller, si aggiunge quello sul "bombardamento" subito dallo stesso senatore dell'Svp e dal socialista Enrico Buemi: entrambi hanno denunciato di essere stati oggetto di una vera e propria valanga di mail, petizioni, sms e telefonate di elettori che chiedevano di optare per il voto palese. Una pressione "popolare" (anche se Buemi lasciava intendere la mano di certa parte politica) che tifa perché nessuno sia tentato di salvare Berlusconi. Pena la gogna.

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