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Luigi Di Maio, gli occhi del Fisco sull'azienda di famiglia: i guai di papà Antonio e del leader M5s

Giulio Bucchi
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Il faro del Fisco sulla famiglia di Luigi Di Maio. Secondo il Messaggero il caso Ardima, l'azienda intestata alla madre del vicepremier e leader del M5s, condotta per anni dal padre Antonio Di Maio e poi spartita tra Di Maio junior e la sorella, rischia di ingrossarsi ulteriormente. Sul tavolo non c'è più l'accusa di lavoratori in nero lanciata dalle Iene, o l'ispezione della polizia municipale sui terreni di Mariglianella. Stando a quanto riporta il quotidiano romano, sul collo di papà Di Maio penderebbe anche un debito con le Agenzie delle entrate per 176mila euro. Leggi anche: Blitz della polizia, scattano i sigilli. Cos'hanno trovato sul terreno dei Di Maio "La maxicartella può derivare dal mancato versamento di Irpef, Irpeg o Iva", spiega il quotidiano, oppure la verifica potrebbe essere scattata "in seguito alla denuncia dell'operaio che sostiene di avere lavorato a nero per un anno". A questo punto, "la Procura potrebbe richiedere atti all'Agenzia delle entrate per stabilire le ragioni dei cambi societari che nel tempo hanno interessato l'Ardima, intestata prima a Paolina Esposito, madre di Di Maio, poi al ministro e a sua sorella, Rosalba, e mai al padre Antonio che l'Agenzia considera il vero amministratore". Lo scenario sarebbe quello della sottrazione fraudolenta ai fini del pagamento delle imposte.

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