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Manovra, Giovanni Tria tenta lo strappo nel silenzio: la mossa sulla manovra, governo tradito?

Gino Coala
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La trattativa tra Commissione europea e governo sulla manovra procede a ritmi e incontri serrati, ma per evitare l'impatto vero e proprio contro il muro della procedura d'infrazione, gli occhi sono tutti puntati sul ministro dell'Economia Giovanni Tria, mandato in prima linea contro i burocrati Ue nella speranza di strappare un accordo quanto più indolore possibile. Leggi anche: Manovra, Sergio Mattarella: il retroscena sulla trattativa segreta con l'Europa A far da sponda a Tria c'è il Quirinale, con Sergio Mattarella vero regista della piccola retromarcia fatta dai vertici dell'esecutivo sulle percentuali del deficit sul Pil. Quel famigerato 2,4 è diventato trattabile, aprendo la strada a ogni tipo di accordo, purché si eviti la procedura d'infrazione, che per l'Italia sarebbe costosissima. Certo le aperture di Matteo Salvini e Luigi Di Maio non possono del tutto chiamarsi tali, almeno secondo Bruxelles che vuol mettere una pietra sopra reddito di cittadinanza e quota 100 sulle pensioni. La missione di Tria quindi si fa ben più complicata. Da tempo il Tesoro insiste che, per evitare la procedura di infrazione, è necessario avvicinarsi il più possibile al 2%. Il che vuole dire prendere i 14 miliardi dedicati a reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni e metterli tutti in piani di investimento e sviluppo. Un lavoro delicatissimo, per il quale lo stesso Salvini ha ammesso: "Stiamo rifacendo i conti su tutto".

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