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Paolo Savona, la resa all'Unione europea: "Così non ha più senso andare avanti". Governo a casa
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Anche Paolo Savona alza bandiera bianca. E la sua resa all'Unione europea dopo la procedura d'infrazione contro l'Italia fa rumore, perché nel governo il ministro degli Affari Ue era accreditato come il vero "falco" euro-scettico, l'uomo disposto a tutto pur di scardinar le regole di Bruxelles. E invece l'economista si unisce al coro del "così non reggeremo a lungo" che domina le conversazioni tra Matteo Salvini, Luigi Di Maio, leghisti e grillini poche ore dalla stangata europea. Leggi anche: L'amico di Savona e il raptus in diretta dalla Palombelli. Cosa tira fuori, gesto di rivolta anti-Ue Un retroscena del Corriere della Sera racconta di un Savona "disilluso". A un convegno, nelle ore del patatrac, ha addirittura puntato il dito contro i sovranismi, che "quasi certamente" danneggeranno lo sviluppo globale. Triste malinconico e finale, per dirla con Soriano. D'altronde, già a margine dell'ultimo Consiglio dei ministri aveva commentato amaro: "Non si può più andare avanti così, non ha senso. E la manovra com'è non va più bene: è da riscrivere". Musica per le orecchie di Sergio Mattarella, Giuseppe Conte e Giovanni Tria. Rumore assordante, invece, per chi sognava la spallata agli euro-burocrati.
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La Postina con Zanellato diventa Dotta
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