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Manovra, Pier Carlo Padoan: "Il rischio ormai è andare a sbattere, ci vorrebbe una grossa coalizione"

Cristina Agostini
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"Il rischio è che ti svegli la mattina e il mondo in cui vivi, accelera. E ti trovi a sbattere ad alta velocità contro un muro. Speriamo non accada". Pier Carlo Padoan, ex ministro dell'Economia, parla in una intervista a La Stampa e sembra piuttosto pessimista: "Tutti procedono a tentoni. Tutti: il governo italiano, la Commissione europea ma anche i mercati, come dimostra il grafico sul comportamento dello spread. Un andamento a scalino in attesa del prossimo passo. Ma in una situazione del genere le probabilità che le cose scappino di mano sono più alte del solito. Se non c'è una strategia di lungo termine, la reazione alla mossa della controparte può essere di vario tipo". Leggi anche: "Possibile". L'accelerazione killer: manovra, siluro bis da Bruxelles E il dubbio di Padoan è "se al di là della voglia di mostrare i muscoli, il governo abbia mai avuto una strategia chiara, a meno che - spero non sia così - la strategia fosse chiara dall'inizio: quella dello sfascio. Con diverse varianti, compresa l'uscita dall'euro, un obiettivo richiamato da alcune dichiarazioni. E dunque scommettendo sul fatto che, dopo le elezioni europee, ci possa essere una Commissione europea diversa e perciò regole diverse". In ogni caso, se la situazione finanziaria dovesse precipitare, conclude l'ex ministro, "se ci fosse uno choc finanziario forte, in altre parole un Cigno nero fabbricato in casa e se il governo non ce la facesse, ci sono tre soluzioni, almeno in teoria: una nuova maggioranza, magari modello grossa coalizione; elezioni anticipate; un governo tecnico, che ripeterebbe il quadro del 2011. Con una importante differenza, purtroppo: nel 2011 c'era una crisi generalizzata della zona euro e c'era la volontà generale di evitare guai peggiori. Oggi l'Italia è isolata e quindi la benevolenza è più bassa di allora".

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