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Anti-corruzione, qui cade il governo. Lega e M5s, il retroscena sul complotto: "Chi nel M5s ha votato contro"

Giulio Bucchi
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Ci sarebbe lo zampino di Roberto Fico e dell'ala sinistra del M5s dietro il clamoroso voto sul peculato alla Camera che ha visto la maggioranza andare sotto. Un caso politico, con i grillini che accusano i leghisti di voler sabotare il Dl anti-corruzione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che ora riserva una seconda, pazzesca lettura.  Leggi anche: "Matteo puoi uscire un attimo?". Caos in CdM dopo il voto-siluro, Di Maio furioso con Salvini A Montecitorio, tra tanti assenti, i "franchi tiratori" che hanno votato insieme a Pd e Forza Italia sono 36. L'emendamento approvato contro il parere del governo è simile, spiega anche il Fatto quotidiano, a quello presentato dalla Lega e poi ritirato su pressione del M5s. Quindi, martedì sera, lo scherzetto sull'emendamento presentato da Catello Vitiello, eletto con i 5 Stelle a marzo e sospeso dai pentastellati perché iscritto a una loggia massonica. E Fico, in tutto questo pasticcio, che c'entra? È Igor Iezzi, capogruppo leghista in commissione Affari costituzionali, a tirarlo in ballo: "Sono stati i fichiani che hanno mandato un segnale, cercano una scusa per non votare il dl sicurezza". Complotti e contro-complotti, insomma. La conclusione è che il governo è sulla graticola, perché nel frattempo mercoledì mattina arriva la notizia che il voto sul Dl anti-corruzione slitterà. 

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