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Pensioni, i tagli a quelle d'oro costerebbero alla Lega un milioni di voti al Nord

Matteo Legnani
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Libero lo scrive da settimane, ma forse quelli della Lega lo hanno finalmente capito adesso. Che il cosiddetto taglio delle "pensioni d'oro", ovvero il "contributo di solidarietà" imposto agli assegni superiori ai 4.500 euro al mese previsto dalla Legge di bilancio, sarebbe un suicidio politico ed economico. A muoverli verso un accantonamento della misura (che è comunque ancora tutto da vedere) potrebbe essere stato, come riporta Italia Oggi, un convegno che si è tenuto a Verona un paio di settimane fa e intitolato "Leonida-Pensionati esasperati", nel quale si sono chiamate a raccolta le "vittime" dei tagli in vista di una futura azione legale contro il governo. Ebbene, l'associazione promotrice di questo evento ha raccolto in pochi giorni circa 150mila adesioni. E dalle parti della Lega lo scompiglio è stato non da poco, visto che tutti o quasi gli aderenti sono pensionati (ed elettori) del nord Italia, in gran parte filo-leghisti. Nel partito, scrive sempre Italia Oggi, si sono fatti due calcoli, valutando i famigliari di coloro che percepiscono le cosiddette pensioni d'oro e il risultato è stato di quelli da far tremare i polsi: fino a un milione di voti persi nel solo nord Italia. Poi c'è l'aspetto economico: per ogni euro "tolto" ai pensionati d'oro, se ne andrebbe 1,10 euro in contributi statali-regionali-comunali. Ovvero, un suicidio per le casse dello Stato e delle amministrazioni locali. Che si eviterebbe solo se l'asticella per i tagli fosse fissata non a 4.500 euro, ma a 2.500. Ma in quel caso, non sarebbe la lega a perdere i voti. Ci sarebbe la rivoluzione. Coi forconi... Leggi anche: Feltri contro Di Maio: "Pensioni, giù le mani da quei soldi. Il grillino balordo e sprovveduto"

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