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Massimo Garavaglia, sbloccati 85 miliardi: "Il piano opere pubbliche ci ha evitato la bocciatura"

Cristina Agostini
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Onorevole Garavaglia, da bocconiano si aspettava che Standard & Poor's non declassasse l'Italia? «Aldilà di quello che scrivevano tanti giornali, tra gli addetti ai lavori si sapeva che probabilmente sarebbe finita così». Lei è sottosegretario all'Economia: stamigliorando l'opinione dei grandi investitori verso il governo? «Il viaggio di Conte a Mosca da Putin, e gli elogi pubblici di Trump alla manovra ci hanno aiutato non poco: è importante avere un Premier che riesce ad avere buoni rapporti a questi livelli. Così come sono positive le analisi di media internazionali indipendenti del calibro di Bloomberg e del Wall Street Journal». Condivide l'attacco di Di Maio a Draghi, accusato dal leader di Cinquestelle di remare contro l'Italia? «Credo che in questi anni il governatore della Bce abbia fatto ottimamente il proprio lavoro, e ho interpretato le sue ultime dichiarazioni come un'apertura di credito verso i piani del governo». Lo scontro con l'Unione Europea si sta attenuando? «Non assimilerei la Bce alla Ue. La Bce è pragmatica e per statuto deve essere indipendente, il potere di Bruxelles è in tensione perle elezioni. Europee imminenti, che possono cambiare la classe dirigente che ha dominato il continente in questi anni».  Qual è l'errore della Ue? «Ritenere intoccabili regole scritte in altri contesti economici. Lo fanno per mantenere privilegi consolidati ma anche perché sono incapaci di rispondere alle domande dell'elettorato, sia in quanto sono a fine mandato, sia perché si sono dati una struttura difficilmente governabile». Cosa risponde all'elettore leghista che si lamenta del mancato taglio delle tasse promesso prima del voto? «Le risorse non sono molte, una volta avviato superamento della Fornero e reddito di cittadinanza; abbiamo quindi preferito privilegiare le aziende, che producono lavoro e crescita. Entro fine legislatura taglieremo anche le imposte alle persone fisiche. Ma l'elettore leghista è responsabile, sono convinto che condivida il nostro approccio». Questa manovra che porta il deficit al 2,4% del Pil promette crescita ma finora ha fatto salire lo spread... «Chiunque capisce di economia sa che lo spread non dipende dall'aumento del deficit». Quando scenderà il debito in Italia? «Appena aumenterà la crescita». Pensa si possa crescere con il reddito di cittadinanza? «È una norma che va ancora scritta: la Lega metterà sul piatto la propria esperienza perché sia una misura di sviluppo più che assistenziale. In Lombardia, per esempio, facciamo sconti fiscali a chi assume: potremmo usare in questo modo una parte dei soldi del reddito di cittadinanza». Lo stesso non vedo l'economia decollare per questo... «Pensi allora agli 85 miliardi di investimenti già coperti che erano fermi perché Renzi aveva litigato con le Regioni e che noi abbiamo sbloccato. E ci aggiunga anche il miliardo l'anno di avanzi delle amministrazioni comunali sbloccato dalla Ragioneria dello Stato e di cui non parla nessuno». di Pietro Senaldi

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