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Michaela Biancofiore: chi sta fregando Silvio Berlusconi in Forza Italia e cosa dobbiamo imparare da Salvini

Davide Locano
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Caro Direttore, Forza Italia deve cacciar fuori le palle, perdoni il francesismo. Lei ieri ha scritto che dalle parti di Arcore girano i “maroni”, pensi quanto girano a me che sono stata in Trentino Alto Adige dal 18 agosto costruendo liste di professionisti completamente nuove, percorrendo migliaia di chilometri, dormendo tre ore a notte, battendo la strada (sì, letteralmente parlando), facendo dozzine di gazebo, stringendo migliaia di mani. Snob noi? Quanti parlamentari di lungo corso conosce, direttore, che avrebbero improvvisato un comizio su una sedia, o girato per mesi con la maglietta col simbolo sul cuore o fatto volantinaggio sulle macchine a notte fonda insieme ai candidati, pur di tenere in vita un partito disarmato da altri che però per gente come me è la storia della giovinezza, passata a lottare e a credere veramente nel sogno berlusconiano? Mi sono dimessa in segno di rispetto, ma vada a guardare i numeri veri e i raffronti e mi dica se qualcun altro sarebbe stato in grado di fare meglio di me, allo stato delle cose. Campagna entusiasmante, partecipata dalla gente, coronata dalla presenza affettuosa e fondamentale del Presidente Berlusconi, che ha avuto ovazioni per le strade della mia terra. Presidente che ha dimostrato più palle - come di consueto - di tutti quei conigli bagnati che ancora brucano l'erba del suo giardino e che in queste ore sono passati dai complimenti al darsi di gomito nei conciliaboli dei palazzi, incriminandomi, per averlo coinvolto. Per la cronaca, visto che l'ardore non mi fa difetto, lo rifarei 10, 100, 1000 volte, perché a Berlusconi ho detto come sempre la verità: ovvero che si sarebbe ottenuta una vittoria storica in Trentino e che in Alto Adige bisognava alzare il quorum. Leggi anche: "RIncogl...": l'insulto a Berlusconi del big vicinissimo a Savona NUMERI Berlusconi aveva i sondaggi, ma come me ci ha messo lo stesso la faccia perché così fanno i leader e trovo ingeneroso che invece di sottolineare questo suo sacrificio straordinario, si dica che non funzioni più. Il Presidente, direttore, ha inciso eccome ma le risalite iniziano sempre dai piccoli passi. Berlusconi ha inciso innanzitutto sulla vittoria del Trentino, di cui il mio partito ottusamente non parla, alla quale Forza Italia ha dato decisivo contributo sia in termini di strategia, sia in termini di numeri, col proprio risultato. Senza il nostro eletto, Fugatti non avrebbe la maggioranza in consiglio. E Maurizio, che è persona intelligente, lo riconosce. Poi analizziamo un attimo da dove si è partiti. Ho preso il partito in mano un anno fa dopo anni di molteplici commissariamenti che hanno falcidiato il consenso ottenuto da coordinatrice dell'Alto Adige eletta da un congresso dal 2003 in poi. Nel 2006 Forza Italia in Alto Adige, sotto la mia guida risultò il primo partito italiano, superando storicamente Alleanza Nazionale, ottenendo un +2,7% rispetto ad ogni coordinamento d'Italia. Tre mesi dopo fui commissariata su diktat di alcuni senatori che portarono il partito su una linea esattamente opposta a quella apprezzata dagli elettori. Da chi mi ha preceduto fino all'agosto scorso ho ereditato 0 dicasi 0 eletti in Alto Adige e un eletto buono per ogni partito in Trentino che non è stato rieletto. Andava sbattuto fuori anni fa come avrebbe fatto la Lega, perché questa gente mina la credibilità e il vero dramma di Forza Italia è non avere regole certe e premiare masochisticamente chi tradisce invece della leale militanza. Chi mi ha preceduto non ha presentato il simbolo di Forza Italia alle elezioni comunali di due anni fa e ci si meraviglia del 3,3% conseguito oggi in città (PARI AL 9,9% NAZIONALE)? Con me in campo contro la Boschi per altro, il partito a Bolzano città ha fatto il 9,2% (27,6% NAZIONALE). Ve la immaginate la Lega che rinuncia al proprio simbolo? MAI! Non lo ha fatto nemmeno quando precipitò al 4%, anzi ha investito su un giovanotto rampante, affatto nuovo, normale - guascone ma coraggioso - non le fighette incravattate che spesso abbiamo noi e che non montano nemmeno un gazebo - e ha risalito la china, con fatica, giorno dopo giorno, senza regali dall'alto, marcando una linea chiara, coerente e occupando lo spazio vuoto della destra. E questo si chiama senso di identità, orgoglio, valori saldi, fede che vacillano perlopiù in Forza Italia. Da noi vige l'interesse a scaldarsi ai raggi del sole, da loro l'ambizione unita ad autentica passione per il governo. Il loro è un partito organizzato fin troppo militarmente, egoista e briccone ma dal quale dovremmo imparare la capacità di fare squadra. COSA MANCA È il coraggio che ha portato la Lega sopra il 30%, il coraggio di dire quello che la gente pensa, senza paura, senza imborghesirsi, senza temere i giudizi. Né più e né meno di quanto fatto da Berlusconi nel '94 con la sua discesa in campo e che dovremmo ricordare. Salvini non ha fatto altro che imitarlo virando a destra, ma l'errore che sta facendo oggi è travolgere tutto, “rottamare”- termine di sinistri ricordi - gli alleati. Il suo fine non è l'annessione, ma l'annientamento come ha fatto a Bolzano impedendo l'unità del centro destra e la cupidigia sarà il suo tallone di Achille. Non fa prigionieri, non concede l'onore delle armi e quindi è fisiologico che nella mia terra abbia raggiunto il suo picco più alto (11,1% = 33,3% nazionale) perché gli elettori lo vedono come lo sceriffo d'Italia, citofonare Renzi. Noi dobbiamo decidere cosa fare e in fretta, o lo puntelliamo investendo su un sano egoismo di partito riportandolo nel centro destra o ce ne stacchiamo, anche localmente. Ma non ci sono scorciatoie per superare la crisi, che è bella perché è un'opportunità. Come diceva Einstein «senza crisi non ci sono sfide senza sfide la vita è una lenta agonia. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno. Lavoriamo duro, finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla». Se Bolzano è servita da sprone per la resurrezione, la mia crociata sarà comunque valsa la pena. di Michaela Biancofiore *parlamentare FI e Coordinatrice regionale del Trentino Alto Adige

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