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Giovanni Tria, dimissioni "irrevocabili": la notte di panico, Sergio Mattarella lo impedisce

Matteo Legnani
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Il retroscena lo rivela La Stampa, che racconta quanto successo sabato scorso dopo il downgrading dell'Italia da parte dell'agenzia Moody's e il consiglio dei ministri sul decreto fiscale. In quella occasione, il ministro dell'Economia Giovanni Tria avrebbe provato a convincere i due vicepremier Salvini e Di Maio ad abbassare gli obiettivi di deficit al di sotto della ormai famosa o famigerata quota 2,4%. Ma che il "no" apposto dal leader della Lega e dal leader politico del M5S l'avrebbe convinto a rassegnare le dimissioni, come era già accaduto poche ore dopo la decisione di fissare in manovra il rapporto tra deficit e Pil al 2,4%. In quella occasione, ormai circa un mese fa, era stata una telefonata del Capo dello Stato Sergio Mattarella a far cambiare ide al ministro, le cui dimissioni avrebbero con ogni probabilità creato il caos sui mercati il giorno successivo, aggravando una situazione già pesante in Borsa e per lo Spread. E, sempre secondo La Stampa, anche sabato scorso l'intervento in prima persona di Mattarella sarebbe stato decisivo per bloccare dimissioni che lo stesso Tria aveva definito "irrevocabili". L'obiettivo, tanto del governo quanto del Quirinale, se pur per motivazioni non esattamente coincidenti, è quello di "far tirare" Tria almeno fino alla fine dell'anno, quando il Parlamento avrà approvato la manovra, qualunque essa sarà tra due mesi. Leggi anche: Tria travolto dalle domande dei cronisti? Trascinato via

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