Verso la crisi, tutti gli uomini di Letta, Alfano e Berlusconi
Colombe, lealisti, ma anche ricucitori e lettiani. Il premier rischia la poltrona. Ha fatto male i conti. Al Senato ha solo 3 voti di scarto. Ecco chi sta con chi....
Si va verso la crisi. Letta ostenta finta sicurezza: "Ho i numeri per durare. Al Senato la maggioranza c'è". E invece i numeri dicono altro, perchè la quota per governare è 161. Letta ha di sicuro dalla sua parte 164 voti. Lui però fa il conto su 172, non tenendo conto delle tensioni del Pdl/Forza Italia e soprattutto della spaccatura di Scelta Civica. Così i voti "reali" di scarto per andare avanti sono soltanto 3. E' inquesto quadro che la crisi potrebbe essere alle porte. Lo strappo dovrebbe farlo il Cav. Ma in questa fase le fazioni si vanno delinenando e contano nomi e numeri per spingere sull'acceleratore.. La galassia delle colombe continua a crescere. Sono loro che potrebbero salvare Letta. Le colombe sono per definizione "alfaniane". Gli uomini di Alfano - Letta può contare sul sostegno di Nunzia De Girolamo, Beatrice Lorenzin, Carlo Giovanardi, Maurizio Lupi, Roberto Formigoni, Fabrizio Cicchitto, Maurizio Sacconi, Gaetano Quagliariello, Casero, Santelli e Saltamarini. Chi in Senato fa riferimento a queste colombe quasi certamente se dovesse aprirsi uno scenario di crisi cercherebbe di tenere Letta a palazzo Chigi. Dall'altro lato del campo ci sono invece i lealisti. La fazione che è "leale" solo a Berlusconi. Guidati da Raffaele Fitto sono completamente antitetici alle colombe. Premono per il voto anticipato e hanno imbarcato anche i "falchi". Gli uomini di Silvio - Al "partito lealista" sono iscritti: Minzolini, Fitto, Gelmini, Carfagna, Santanchè, Verdini, Bondi, Santanchè, Brunetta, D'Alessandro. Sono loro gli uomini di Silvio pronti a tutto pur di far cascare Letta. Ma ora si affaccia una nuova fazione che è quella dei "ricucitori". Ravetto, Schifani, Matteoli, Leone, Gasparri, Bonaiuti, Calabria, Vito e Romani cercano di ricucire il partito ma comunque vorrebbero tenere Letta a palazzo Chigi. Su questi tre fronti si gioca la partita della crisi. Se il Cav stacca la spina una di queste tre "squadre" avrà la meglio e in gioco c'è una fetta di elettori moderati che poi alle urne deciderà con chi schierarsi.