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Claudio Martelli: "L'occidente è finito, per la sinistra è cominciato un ciclo di insuccessi"

Caterina Spinelli
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"L'occidente è in crisi e il vento della storia non soffia più nelle vele della sinistra da quando le trasformazioni tecnologiche e la competizione globale hanno contratto e indebolito il mondo del lavoro, sua base elettorale". Parola del politico Claudio Martelli. L'ex delfino di Bettino Craxi vede nella crisi mondiale del 2008 la fine dell'illusione di Blair e Schroeder. Il loro, infatti, è stato "l'ultimo tentativo di governare questi cambiamenti epocali con un mix di liberismo e di solidarismo". Da allora in Europa, prima ancora degli Stati Uniti, "i sommersi hanno cercato protezione nelle destre populiste, mentre per la sinistra è cominciato un ciclo di insuccessi, arretramenti, disfatte". Leggi anche: Matteo Renzi, ecco cosa si è ridotto a fare dopo la crisi del Pd L'Italia non è da meno: il Pd è precipitato dal 34% di consensi nel 2008 al 18 per cento nel 2018. "Il tentativo di Renzi, al netto di intuizioni felici ed errori rovinosi, va capito in questo contesto mondiale e si iscrive nel medesimo declino - continua l'ex ministro del Psi sul Giorno -. Di questo si spera discutano il congresso e le primarie del Pd ancora non indetti, con colpevole ritardo. Per questo va salutata con favore la candidatura di Nicola Zingaretti e va incoraggiata quella dell'esitante Marco Minniti. Se il primo ha il merito, più unico che raro, di aver vinto per due volte le regionali del Lazio, sconfiggendo la destra e i 5 Stelle, il secondo vanta l'aver imposto da ministro degli interni una nuova politica dell'immigrazione riducendo gli sbarchi dell'80 per cento".

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