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Def, Giovanni Tria e il retroscena: "Vuole il doppio voto per incastrare Matteo Salvini e Luigi Di Maio"

Giulio Bucchi
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Lo spauracchio del "secondo voto". Così Giovanni Tria e i tecnici del Tesoro potrebbero far saltare il banco al Movimento 5 Stelle sulla manovra. È il grande terrore dei grillini, che ormai vedono "trabocchetti" ovunque. Come riporta il Fatto quotidiano, effettivamente l'apparato tecnico del Ministero di via XX Settembre ha l'esigenza di visionare le misure imposte da Lega e M5s lo scorso giovedì sera, che hanno stravolto le previsioni del titolare dell'Economia. Tria ha dovuto ingoiare il deficit al 2,4%, ma sono da verificare ora le simulazioni e l'impatto su crescita e debito. Leggi anche: Numeri a matita e imbarazzi, roba clamorosa in Europa. Tria rimandato a casa in anticipo Il ministro, annuncia il Fatto, "vuole che ci sia un secondo voto in Consiglio dei Ministri", per far sì che sia Matteo Salvini sia Luigi Di Maio "si prendano la responsabilità delle conseguenze di quello che hanno deciso e non possano, un domani, scaricare le e responsabilità sui tecnici del Ministero". Per ora, da Palazzo Chigi, la risposta è lapidaria: "Escluso". Ma il braccio di ferro tra Tria (che ha dalla sua parte l'ala moderata del governo, dal premier Giuseppe Conte al titolare degli Esteri Enzo Moavero, ma soprattutto il Quirinale) e Lega-M5s è destinato a durare per le prossime settimane.

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