Minzolini: il governo Letta è in mano ai pugliesi del Pdl
"Nessun agguato al governo". Sciacallo? "Quagliariello stia zitto, più che una colomba sembra un tordo"
Dopo il colpo di mano del Pd con l'elezione della Bindi all'Antimafia e la nuova offensiva della magistratura su Berlusconi, aumentano le fibrillazioni nel Pdl con i falchi intenzionati a dare battaglia nel partito e nella maggioranza. In attesa di capire se nell'uffico di presidenza di oggi pomeriggio si deciderà per l'immediato passaggio a Forza Italia e l'azzeramento di tutte le cariche, compresa quella di segretario di Angelino Alfano - un uomo al bivio - la linea dei falchi è stata esposta da Augusto Minzolioni in due interviste, a La Stampa e al Corriere. Contate i pugliesi - L'ex direttore del Tg1 era stato accusato, anche dalle "colombe" del partito, di aver preparato un agguato contro il governo con il suo voto contrario al ddl sul Comitato per le riforme costituzionali. "Sono quattro mesi che mi oppongo all'istituzione del comitato" ha risposto Minzolini "un governo delle larghe intese non può accettare compromessi al ribasso sulle riforme: se le fai non puoi lasciare fuori la giustizia". A chi gli ricorda che tutte quelle astensioni del Pdl su un voto importante sono sospette risponde che "non c'è stata nessuna regia, se si volesse fare un agguato non ci sarebbe problema" e per verificare "basta fare il conto dei pugliesi che votano tutti con Fitto". Anpi dei politici - "Le larghe intese possono andare avanti anche fino al 2018" dice l'ex direttorissimo "ma solo se c'è un programma condiviso e che pensi alla pacificazione" con SIlvio Berlusconi che è "l'unico leader capace a parlare al centrodestra di questo paese". E sui governisti del partito, che i giornali chiamano "innovatori", Minzolini spiega: "Alfano a parte, questi innovatori chi sono, Formigoni e Giovanardi? Ma questa è l'Anpi. Non l'associazione dei partigiani, ma dei politici italiani". Il tordo Quagliariello - Il senatore del Pdl spende buone parole per Alfano ("Angelino è bravissimo"), ma lo mette in guardia da una scelta neocentrista e “dorotea per cui non c'è davvero spazio”. Inoltre ricorda al vicepremier che le persone di cui si è circondato non sono innovatori, ma "cimeli della prima Repubblica". Le parole più dure sono per Gaetano Quagliariello, che aveva parlato di sciacallaggio sul voto al Senato per il ddl riforme: "Farebbe meglio a tacere: si sta aprendo la caccia e lui rischia di fare la fine non della colomba ma del tordo". Il governo è salvo ma è ancora in bilico, le colombe sono avvisate: "Mercoledì non era il giorno dello sciacallo. Nessuno voleva la caduta, se no ci sarebbe stata".