Lega, i magistrati vanno a cercare i soldi in Lussemburgo
Andranno in Lussemburgo i due magistrati di Genova che stanno indagando sui soldi della Lega. Mentre il Carroccio per sopravvivere sta trattando sulla rateizzazione dei 49 milioni di euro, il procuratore aggiunto Francesco Pinto e la pm Paola Calleri passeranno due giorni a leggere documenti e a interrogare chi è a conoscenza di alcune operazioni finanziarie riferibili al partito di Matteo Salvini. Il sospetto, riporta il Corriere della Sera, è che una parte dei fondi della Lega siano finiti in un fondo lussemburghese, il Pharus Management, che ha sede nel piccolo Stato europeo. Leggi anche: "Matteo, puoi salvarti solo così". Lega e soldi, la misura estrema dei suoi avvocati: e Salvini... La trattativa della Lega parte dalla sentenza del tribunale di Genova che ha condannato il 24 luglio dello scorso anno Umberto Bossi e l'ex tesoriere Francesco Belsito a due anni e 6 mesi il primo e 4 anni e 10 mesi il secondo per truffa e appropriazione indebita e che prevede il risarcimento a Camera e Senato dei 48,9 milioni di rimborsi elettorali che sarebbero stati incassati in modo illecito dalla Lega tra il 2008 e il 2010. Da qui il sequestro diventato esecutivo il 6 settembre scorso dopo il via libera del tribunale del Riesame. L'inchiesta con l'accusa di riciclaggio, è invece scaturita dalla denuncia di uno dei tre revisori dei conti condannati con Bossi e Belsito, Stefano Aldovisi, che ha detto ai magistrati di indagare su flussi di denaro che a suo dire avrebbero svuotato le casse del partito. Da qui, il Lussemburgo. Il 28 dicembre 2017 Aldovisi infatti denunciò che a fine 2012 sui conti del partito c'erano 40 milioni di euro. Come si spiega che due mesi prima la Finanza abbia trovato solo 3 milioni, dei 49 da sequestrare? Aldovisi invitava a cercare all'estero. E l'attenzione si è così concentrata su un trasferimento di denaro dalla Sparkasse di Bolzano, una delle banche con cui aveva rapporti la Lega di Maroni, al fondo fiduciario lussemburghese.