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Vittorio Feltri, Forza Italia non può non votare l' anticomunista Foa

Gino Coala
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Si dice che Forza Italia in commissione di vigilanza Rai voterà contro Marcello Foa perché non lo ritiene adatto al ruolo di presidente del grande ente televisivo. Ma non dice perché. Forse obbedisce a ordini di scuderia il cui senso sfugge. Il partito berlusconiano d' altronde ha evitato di esprimersi in proposito. Vedremo se si deciderà a vuotare il sacco. Leggi anche: Meloni, il ribaltone sul voto per Marcello Foa: "Quando sento parlare Renzi..." Personalmente, sapendo quanti fessi e leccaculo sono stati issati al vertice di viale Mazzini, non riesco a capire la ragione per cui il giornalista in questione non sia degno del massimo scranno dell' ex monopolio, che pare essere la più importante industria culturale (si fa per dire) del Paese. Da quando esiste, la Rai è stata immancabilmente governata da uomini raccomandati dalla politica vincente. Le direzioni generali e quelle dei telegiornali sono sempre state assegnate con criteri clientelari e basati sulla convenienza dei leader politici. Ovvio che la tradizione non si possa interrompere ora che il torrone viene menato dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle, detentori del potere parlamentare ed esecutivo. Si tratta di continuità e non vi è scandalo se i nuovi padroni del vapore si comportano allo stesso modo dei predecessori ossia nominando propri uomini di fiducia quali comandanti delle antenne di Stato. Finché la Rai non sarà privatizzata e dipenderà dalla Casta, dovremo rassegnarci ad avere una dirigenza piovuta dall' alto delle cosiddette istituzioni. Forza Italia, quando ha occupato le cadreghe importanti delle emittenti finanziate dal canone imposto ai cittadini, si è attenuta alla tecnica spartiroria e non si comprende perché nella presente circostanza si opponga a Marcello Foa, il quale è professionista affidabile con un unico difetto: non piace ai comunisti in quanto egli comunista non è mai stato. Sarebbe questo un buon motivo per essere gradito agli azzurri. Costoro invece combattono il candidato governativo, forse in quanto non fa parte della consorteria, e minaccia di agire in autonomia e nell' interesse dell' azienda. Conosco Foa. È stato mio giornalista all' epoca in cui, dopo Montanelli, dirigevo il Giornale e ho verificato: siamo di fronte a un signore di alto profilo professionale, di sicuro in grado di mandare avanti egregiamente il baraccone romano. Non accettarlo significa avere in testa disegni oscuri, progetti torbidi. Se Marcello sarà bocciato dalla commissione vigilanza, composta da deputati e senatori, avremo la prova che i vecchi personaggetti sono rimasti servi dei loro mentori e addirittura peggiori di quelli nuovi, che per altro non brillano. Speriamo che il pozzo delle schifezze non sia senza fondo. di Vittorio Feltri

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