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Ipotesi rimpasto: Fitto o Schifani al posto di AlfanoMa Letta non vuole

Angelino Alfano e Raffaele Fitto

Lucia Esposito
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Silvio Berlusconi guarda con attenzine agli "spiragli" che si aprono sul fronte della decadenza dopo lo strappo di Mario Monti che ha rotto con Scelta Civica, tuttavia tiene sempre alta la guardia su quello che accade nel suo parito. E nel governo. Feroci le critiche alla legge di Stabilità (su questa potrebbe addirittura far saltare le larghe intese): "La nuova Tarsi è anche peggio dell'Imu, così non possiamo votarla", ha detto. Per quanto riguarda la squadra di governo, secondo quanto scrivono Repubblica e Messaggero, in queste ore circola l'ipotesi di un rimpastino che parte dalla poltrona di ministro degli Interni di Alfano che è anche vicepremier oltre che segretario del Pdl.  L'ipotesi - Per dare un segnale di unità nel partito, per mettere a tacere l'insofferenza dei "lealisti" del partito. Pare che Alfano sarebbe disposto a cedere sul Viminale ma è determinato a mantenere il ruolo di numero due del governo e quello di effettivo numero due della nuova Forza Italia. Se Alfano lascia, si darebbe rappresentanza a quella parte del partito che è rimasta scoperta a livello ministeriale: l'idea sarebbe quella di affidare il ministero a Raffaele Fitto o a Renato Schifani oppure a Paolo Romani. In questo rimpastino potrebbe rientrare anche la superberlusconiana Miacaela Biancofiore, ora fuori dalla squadra. Ma il piano deve fare i conti con la resistenza di Letta poco incline, soprattutto dopo che con l'addio di Monti si è aperto anche il caso del ministro Mauro in quanto i parlamenteari montiani che sono maggioranza già chiedono la sua testa "perché non ci rappresenta più". Troppo rischioso per la stabilità del governo toccare una casella fondamentale come quella del Viminale. Alfano dal suo canto avrebbe fatto sapere che ogni rimpastino è possibile solo con garanzie di sostegno pieno al governo. 

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