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Interdizione, Berlusconi, ecco cosa succede in Senato

Ignazio Stagno
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Silvio Berlusconi è stato interdetto dai pubblici uffici per due anni dalla Corte di Appello di Milano. Il suo avvocato Niccolò Ghedini ha già fatto sapere che la sentenza sarà impugnata in Cassazione con la richiesta di riduzione della pena a un anno. Ma ora cosa succederà al senatore Berlusconi? Qual è la road map che segnerà la decadenza o meno di Silvio?  L'iter dell'esclusione dal Senato dell'ex premier è già in corso ai sensi della legge Severino, e si concluderà in novembre con il voto dell'aula. Così l'interdizione calcolata dai giudici di Milano non avrà per il momento effetti immediati. Solo nel caso, improbabile, in cui i senatori respingessero la decadenza del Cavaliere, si dovrebbe istruire nuovamente la trafila Giunta-voto-Senato al momento della sentenza in Cassazione. Autunno caldo - Qualora infatti l'Aula del Senato dovesse a sorpresa respingere la non convalida dell'elezione del Cavaliere, i tempi dell'applicazione dell'interdizione non sarebbero brevissimi. Dopo il nuovo passaggio in Cassazione - la cui sentenza è attesa non più tardi di gennaio - l'applicazione dell'interdizione dovrà passare da un voto della Giunta e, quindi, dell'emiciclo, proprio come si è verificato per la decadenza. Il voto sulla decadenza invece dovrebbe arrivare entro novembre, e sancirà la definitiva uscita del Cav dall'assemblea parlamentare. Pd e M5s sono già in pressing per arrivare al voto ai primi del mese, mentre il Pdl spera di riuscire a guadagnare altro tempo. Il "giudice del tempo" è il presidente del Senato Pietro Grasso, che per il prossimo 29 ottobre ha convocato la Giunta per il regolamento per sciogliere il nodo sul voto palese o voto segreto. Ed è proprio su questo fronte che si giocherà la vera partita sulla decadenza del Cav.  "Stop al calendario" - Intanto il Pdl prova a guadgnare tempo.  "Non si calendarizzi in aula il voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi perche' con la decisione dei magistrati di Milano bisogna aspettare che diventi definitiva l'interdizione. Una misura che, a questo punto, prevarrebbe sull'iter di una legge che andrebbe abrogata", afferma il senatore del Pdl e componente della Giunta, Lucio Malan. Se c'e' "in contemporanea la proposta di cambiare la legge Severino per riscriverla decentemente - e' l'osservazione - basta non calendarizzare in Aula il voto e aspettare" che sull'interdizione si pronunci la Cassazione, perche' questa e' la misura che ora "prevale". Sull'ultima decadenza, osserva, l'assemblea si e' pronunciata dopo quattro mesi dalla decisione della Giunta, mentre ora non sono passati nemmeno 20 giorni.

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